mercoledì, Luglio 9, 2025

Royal Floraholland e la svolta green del florovivaismo europeo

Royal Floraholland ha annunciato la limitazione della presenza nelle aste dei produttori florovivaistici non conformi alle certificazioni indicate da Floriculture Sustainability Initiative, entro la fine del 2027: ce ne parla Danielle van Heijningen di Royal Floraholland.

Il tema trasversale di questi anni è senza dubbio l’esigenza di mettere in discussione la sostenibilità delle produ­zioni e dei canali di distribuzione di tutti i prodotti. Non sono soltanto i consumatori a richiederlo: spesso sono le normative e le politiche econo­miche degli stati a svolgere un ruolo di accele­ratore del processo.

Royal Floraholland

Il mondo dell’agricoltura e delle “buone pratiche agricole” rappresenta un apripista in questo senso, poiché è più alta l’attenzione dell’opinio­ne pubblica verso le certificazioni biologiche e dedicate alla sostenibilità dei cicli produttivi. All’interno del mondo agricolo, anche il florovi­vaismo sta lavorando da molti anni per miglio­rare e certificare le piante e i fiori distribuiti sul mercato europeo. Non ultima è l’esigenza di ridurre le importazioni intercontinentali di col­tivazioni trattate con pesticidi vietati in Europa o realizzate sfruttando condizioni di lavoro inu­mane. Nel 2013 è stato fondato Fsi (Floriculture Sustainability Initiative), un’iniziativa internazio­nale multi-stakeholder con l’obiettivo di ren­dere il settore florovivaistico più sostenibile, trasparente ed eticamente responsabile lungo tutta la filiera. Fsi riunisce tra i suoi membri oltre 75 organizzazioni, tra cui aziende produt­trici, aste floricole (come Royal Floraholland), retailer (come Aldi e Gasa), organismi di certi­ficazione (come Global Gap e Mps), Ong e istituti di ricerca (come Wwf e Aiph).

In particolare promuove le produzioni florovi­vaistiche sostenibili, attraverso l’adozione di certificazioni riconosciute – buone pratiche agricole, ambientali e sociali – e lavorando per uniformare gli standard di sostenibilità a livel­lo globale. L’obiettivo è favorire la tracciabilità e la trasparenza delle pratiche lungo la catena di fornitura e ridurre l’impatto ambientale del setto­re, con attenzione al consumo delle risorse, alle emissioni e alla protezione dei diritti dei lavo­ratori. Oggi gli standard Fsi rappresentano un benchmark di riferimento per valutare la soste­nibilità delle produzioni florovivaistiche.

Un fattore competitivo e reputazionale fondamen­tale nel mercato europeo e globale, anche per ac­cedere alle aste principali, mantenere rapporti con la grande distribuzione, ricevere finanziamenti gre­en e investimenti Esg. Infine, non va dimenticato che un’azienda più sostenibile e con un minor impatto ambientale porta vantaggi anzitutto a chi ci lavora e al territorio in cui è inserita.

La difficoltà di accesso a finanziamenti pubbli­ci o privati per la transizione sostenibile risulta però dannosa per le piccole e medie imprese, che spesso coltivano rispettando le corrette pratiche agricole e i lavoratori, ma non hanno le risorse per accedere a processi di certifica­zione e auditing. Gli alti costi di certificazione iniziali e di mantenimento risultano sproporzio­nati per aziende che producono solo saltuaria­mente o in piccole quantità. Inoltre, i processi di audit e rendicontazione richiedono compe­tenze gestionali e amministrative che non tutti i produttori possiedono. Senza contare gli inve­stimenti talvolta necessari per modernizzare le attrezzature per la gestione sostenibile di ac­qua, fertilizzanti e fitofarmaci. Le dinamiche di mercato imposte dalle grandi aste, tese a favo­rire i produttori già certificati e ben strutturati, rischiano di accentuare la marginalizzazione delle micro-aziende.

Proprio per rispondere a questa esigenza lo scorso mese di marzo Mps, la società specializ­zata nella certificazione delle imprese florovivai­stiche, ha lanciato sul mercato la nuova certifi­cazione Mps Compact dedicati ai piccoli e medi produttori con un fatturato annuo inferiore ai 250.000 euro. L’innovazione risiede nella sempli­ficazione: con un’unica certificazione i produtto­ri assolveranno ai requisiti dei tre ambiti richiesti da Fsi: le buone pratiche agricole (Gap) e il rispet­to per l’ambiente e per le persone.

Royal Floraholland
Fsi ha stabilito un benchmark in base al quale sono stati valutati diversi certificati nel settore floricolo. I certificati conformi a Fsi rientrano nel “Basket of Standards Fsi”, composto da 3 pilastri: Gap (buone pratiche agricole), ambiente e sociale.

L’esempio di Royal Floraholland: verso il 100% di offerta certificata

Il 2 aprile Royal Floraholland, la cooperativa olan­dese che gestisce le più grandi aste florovivai­stiche al mondo, ha aggiornato le norme sulla sostenibilità annunciando la limitazione della presenza nelle aste dei produttori florovivaistici non conformi ai parametri indicati da Fsi, entro fine 2027: il tutto a partire già dal 1° gennaio 2026, con alcune deroghe fino al luglio 2027. L’acce­lerazione è stata impressa dopo che Fsi ha an­nunciato accordi con Mps per il lancio della cer­tificazione Mps Compact per le piccole imprese e con Food Plus, la società che gestisce lo stan­dard di certificazione internazionale Global Gap. Il passaggio al 100% Fsi compliance rientra nell’o­biettivo più ampio della neutralità climatica del comparto entro il 2040.

L’attenzione verso la qualità totale delle produ­zioni e la sostenibilità non è una novità per Royal FloraHolland: storicamente ha sostenuto diverse iniziative verso la sostenibilità. Promuove l’inno­vazione tecnologica per rendere la produzione e la logistica più sostenibili, come l’uso dell’illu­minazione Led, l’energia geotermica e solare e il ricorso a vassoi di coltivazione riutilizzabili. Sup­porta attivamente la piattaforma digitale Flori­day.io, attiva dal 2018 per facilitare la tracciabilità dei prodotti florovivaistici e favorire la diffusione delle pratiche Fsi tra i produttori.

Per saperne di più abbiamo incontrato Danielle van Heijningen del team Sviluppo Sostenibile e Qualità di Royal FloraHolland.

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Danielle van Heijningen del team Sviluppo Sostenibile e Qualità di Royal FloraHolland

“Growing greener”

Danielle van Heijningen: La sostenibilità è un obiettivo chiave delle attività di Royal Florahol­land da diversi anni. Insieme ai nostri coltivatori ci impegniamo a “growing greener” (coltivare in modo più green – ndt) e la nostra ambizione è di creare un futuro più sostenibile. Puntiamo a promuovere un mercato trasparente e affidabile, garantire un pianeta vivibile e sostenere persone appassionate e vitali lungo tutta la filiera orti­cola. Come cooperativa, svolgiamo un ruolo attivo nel promuovere lo sviluppo sostenibile, sia all’interno della nostra organizzazione sia nell’intero settore orticolo.

Danielle van Heijningen: Per raggiungere questi obiettivi incoraggiamo i nostri coltivatori e il mercato in generale ad adottare pratiche più sostenibili, in particolare attraverso la certifi­cazione. La domanda di trasparenza è in aumen­to, non solo da parte dei consumatori, ma anche in risposta a leggi e normative sempre più strin­genti. La certificazione svolge un ruolo chiave nel soddisfare queste aspettative. Attraverso la certificazione conforme allo standard Fsi (Gap, ambientale e sociale) e lo sviluppo dello standard FloriPEFCR per l’impronta ecologica, promuoviamo una produzione trasparente e sostenibile.

Danielle van Heijningen: Attualmente il 73% del fatturato proviene da prodotti certificati con­formi allo standard Fsi. Dal 2026, la certificazione diventerà obbligatoria per un ampio gruppo di col­tivatori e, da luglio 2027, sarà richiesta per tutti i fornitori, per non incorrere in sanzioni. In questo modo garantiamo che gli scambi commerciali tramite la nostra piattaforma siano trasparenti e consentano agli acquirenti di fare scelte con­sapevoli e sostenibili.

Danielle van Heijningen: Una delle principali sfi­de nell’attuazione di politiche di sostenibilità su larga scala è garantire che i requisiti di cer­tificazione siano realizzabili e accessibili a tutti i coltivatori, soprattutto per le piccole imprese. Per molti di loro l’onere amministrativo e i co­sti relativamente elevati della certificazione possono rappresentare ostacoli significativi. Questi coltivatori spesso faticano a soddisfare i complessi requisiti di documentazione e ren­dicontazione a causa della mancanza di tempo, sebbene lavorino già in modo sostenibile nella pra­tica. Per affrontare questo problema abbiamo sviluppato un programma per i piccoli coltivatori (small-scale grower scheme). Questo approccio personalizzato abbassa la soglia di partecipa­zione, rendendo la certificazione più accessibi­le e meno costosa, pur mantenendo i necessari standard di sostenibilità. Assicura a ogni coltiva­tore, indipendentemente dalle dimensioni, l’oppor­tunità di far parte di un mercato più trasparente e sostenibile.

Danielle van Heijningen: Stiamo lavorando attiva­mente per migliorare la sostenibilità anche nei trasporti, negli imballaggi e nelle pratiche di la­voro. Il nostro modello cooperativo prevede che i coltivatori abbiano voce in capitolo in questi sforzi e collaboriamo strettamente con loro per costruire un settore orticolo a prova di futuro.
Inoltre, ci impegniamo a ridurre le nostre emis­sioni di CO2 in linea con l’obiettivo di 1,5°C previsto dall’Accordo di Parigi. Nel 2024 abbiamo adottato un Climate Plan che delinea le metodologie at­traverso cui ridurremo le emissioni di gas serra: con edifici più sostenibili, una logistica innovativa e soluzioni energetiche come l’energia solare e l’elet­trificazione. Quest’anno stiamo adottando misure concrete: per esempio stiamo implementando il Future Plan 2030 per rendere il nostro patrimo­nio immobiliare più sostenibile. Allo stesso tem­po, sempre più coltivatori stanno raccogliendo dati relativi al clima per comprendere meglio l’impatto ambientale dei loro prodotti.

www.royalfloraholland.com/en

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