Non basta più esporre correttamente i prodotti sugli scaffali: il cliente moderno è più informato e richiede una consulenza professionale e rassicurante. Ne ha parlato Marco Assirelli, responsabile Italia forza vendita Bottos, nel convegno del 10 settembre promosso con Aicg. Lo abbiamo incontrato.
La friulana Bottos rappresenta un unicum nel panorama industriale italiano del settore, se non altro perché è stata fondata nel 1848, circa 13 anni prima della nascita del Regno d’Italia. Oggi è un punto di riferimento per il mercato dei prodotti per la cura e manutenzione dei tappeti erbosi, sia in Italia sia all’estero.
Ma non si è limitata alla ricerca e produzione di soluzioni innovative e da oltre vent’anni organizza corsi di formazione dedicati alle varie tematiche del tappeto erboso, portando cultura, innovazione e una prospettiva che nel tempo hanno consolidato il ruolo centrale di Bottos tra i rivenditori professionali e i manutentori specializzati. Non solo i prodotti, ma anche l’attività divulgativa si è evoluta negli anni andando a soddisfare le esigenze di tutti gli attori del mercato: i giardinieri e i manutentori desiderosi di specializzarsi in ambito sportivo, lo staff commerciale dei garden center per un maggiore servizio di assistenza alla vendita verso il privato, fino ai privati con i corsi Green Day Plus organizzati sul territorio presso le rivendite più importanti.
Un segno tangibile di questo impegno è la creazione nel 2022 della sala meeting Open Up all’interno della sede di Bottos a San Vito al Tagliamento (PN): una sala meeting tecnologicamente attrezzata e sfruttata per le attività formative. Nella primavera 2023 ha ospitato, in otto diversi eventi, oltre 250 garden e più di 500 professionisti da tutta Italia, registrando il sold out in tutti gli incontri. Nello stesso anno gli eventi promossi sul territorio hanno coinvolto oltre 2.800 giardinieri professionisti e circa 1.500 privati.
L’ultimo appuntamento si è svolto il 10 settembre in collaborazione con l’Associazione Italiana Centri Giardinaggio (Aicg) ed è stato dedicato alla formazione degli addetti alla vendita dei garden center. Non un evento promozionale dei prodotti di Bottos – di cui non si è proprio parlato – ma un momento dedicato alla formazione personale che ha visto la partecipazione di oltre 120 manager. Tra i diversi interventi, hanno riscosso grande interesse gli spunti offerti da Marco Assirelli, responsabile Italia forza vendita Bottos, che si è soffermato sulle tecniche di vendita con suggerimenti pratici per relazionarsi con la clientela nel garden center.


“Venditori non si nasce: si diventa studiando molto!”
Cosa significa “vendere” oggi?
Marco Assirelli: La vendita oggi è cambiata notevolmente in tutti i segmenti del settore verde rispetto al periodo pre pandemico. Oggi, partendo dai professionisti fino ad arrivare alle rivendite/ agrarie/garden, non basta più un semplice preventivo o un prodotto esposto bene a scaffale, perché la vendita non termina più con lo scambio del bene o servizio ma si spinge molto oltre e va preparata molto prima dell’interazione col potenziale acquirente. Oggi la vendita è una meticolosa preparazione e formazione ancor prima di interagire con l’acquirente finale, perché è necessario possedere un profondo mix di caratteristiche per sfruttare al meglio l’esiguo tempo frenetico che spesso il cliente finale ha a disposizione.
Non solo, oggi il potenziale acquirente ha alcune armi che in passato non esistevano: pensiamo all’Ai e al mondo digitale, ma non solo. La cultura del verde è arrivata e il privato appassionato sta davvero studiando e richiede dai negozi un’assistenza attiva e competente alla vendita come mai visto prima. L’acquirente finale si è notevolmente evoluto ed è passato da acquisti dettati principalmente dall’impulso ad acquisti di qualità e a ciclo completo in profondità perché molto attenti. Tutto ciò implica, a partire dai garden center più virtuosi che se ne sono accorti già da un paio d’anni, un importante level up formativo non solo di conoscenza dei prodotti ma anche delle fondamentali tecniche di vendita per capire le esigenze, i desideri, i timori, le frustrazioni, i sogni e gli obiettivi dei clienti finali. Vendere oggi è facile, saper vendere è complesso quanto gratificante e altamente fidelizzante.
Vorrei anche sfatare il mito culturale italiano secondo cui un bravo venditore è bravo a fregarti: lo si nota spesso dalla diffidenza che l’acquirente ormai si è abituato ad avere ogni qualvolta entri in un negozio. Se non hai passione non fai questo mestiere e un ottimo inizio è offrire un eccellente servizio e supporto all’acquisto: oggi vendere è il miglior servizio che si possa dare al cliente, perché il bravo venditore è colui che concluderà con successo il 100% delle vendite che potrebbero essere concluse.
Venditori si nasce o si diventa?
Marco Assirelli: Venditori si diventa. È una questione di chimica ed è una scienza composta da molte variabili che, se si conoscono bene tutte, portano alla vendita, altrimenti si va dritti al “ci devo pensare”. Oggi un bravo venditore è una persona che ha studiato molto non solo i prodotti dell’azienda che rappresenta ma anche i diversi linguaggi verbali e non-verbali; giornalmente si prepara ai futuri colloqui anche con l’aiuto di tecnologie che gli permettano di essere sempre aggiornato sullo stato e sviluppo del cliente; ci mette la faccia in ciò che dice e lo fa responsabilizzandosi; si è evoluto in un consulente di vendita che potremmo certamente chiamare “operatore di vendita”. Riprendo una celebre frase del mio mental coach Paolo Manocchi, “si è ciò in cui ci si allena” e avere un team eccellente sul territorio oggi vuol dire dedicare tempo a tutti questi aspetti “dietro le quinte”, affinché le varie attività possano percepire una collaborazione e una partnership attiva, che non si limita certamente a una semplice compravendita.
Nel tuo intervento del 10 settembre hai spiegato che la prima impressione è fondamentale ed è composta da almeno otto elementi…
Marco Assirelli: Lavoriamo in un settore in cui “l’abito fa il monaco”, inutile nasconderlo. Portiamo emozioni, bellezza, cultura del benessere ed ecosostenibilità attraverso la valorizzazione dell’ambiente casalingo privato e pubblico. Spesso vedo, sul territorio italiano, ancora una sensibile incongruenza tra gli spettacolari ambienti creati nei garden center e gli staff che ne fanno parte; questo provoca confusione nell’acquirente perché trova un ambiente che lo manda letteralmente in overdose di ormoni (endorfine, dopamina, serotonina, ossitocina e testosterone) ma poi non lo ritrova nel momento in cui interagisce col personale di reparto, che spesso è bloccato da altri ormoni (cortisolo e adrenalina).
Ecco, certamente sarebbe opportuno un riassetto per allineare il garden center e il suo staff in modo coerente col messaggio che si vuol trasmettere ai clienti che visitano l’attività. L’abbigliamento, il contesto, il ruolo, l’obiettivo, l’unicità, la coerenza, la respirazione e le parole assumono un carattere fondamentale per la prima impressione e non possono essere slegate una dall’altra.
Abbiamo pochissimo tempo perché in 30 secondi il cliente si sarà fatto un’idea concreta di noi, giudicandoci: a quel punto sarà molto difficile farlo ricredere, perché non esiste una seconda occasione per fare una buona prima impressione. È necessario dedicare formazione a questo aspetto, allenamento giornaliero senza la paura di sbagliare ma allo stesso tempo essere lucidi nel rivivere l’interazione, il colloquio e capire come, dove o quando qualcosa non è andato a buon fine, correggendola fin dalla vendita successiva.
“Problema, provare, disturbo, rubare e grazie”: sono parole da evitare nel dialogo col cliente. Perché?
Marco Assirelli: Durante la vendita induciamo la produzione di uno o più ormoni nell’acquirente; ma questo processo può avvenire solo se prima di tutto stiamo bene fisicamente e mentalmente, se abbiamo prospettive positive e trasmettiamo sicurezza nel presente e nel futuro.
Perché è necessario comprendere che il cliente comprerà noi che incarniamo il prodotto/servizio e non il prodotto/servizio in sé. Se non abbiamo ben chiaro questo concetto, ecco che durante l’interazione col cliente alcune parole poco funzionali potrebbero essere un forte deterrente a finalizzare la vendita. Un veloce esempio per ogni parola poco funzionale in fase di vendita.
• Quando pronunciamo la parola “problema”, anche con una affermazione che pensiamo infonda sicurezza come “nessun problema!”, in realtà abbiamo appena dato il via nel cervello del cliente alla ricerca dei problemi e lo avremo perso.
• La parola “provare”, ma anche “cercare” o “sperare” o frasi come “prova questo prodotto”, implica la possibilità di fallimento: la credibilità del cliente crolla all’istante.
• La parola “disturbo” (come “scusi se la disturbo”) provoca effetti molto simili alla parola “problema”, con l’aggravante di maggiori quantità di cortisolo, l’ormone dello stress.
• La parola “rubare” si commenta da sola, ma quante volte ci siamo sentiti dire o abbiamo detto “scusa se ti disturbo, ti rubo solo 5 minuti”: qui siamo involontariamente a livelli expert per il totale default!
• Ultima, ma non meno importante, la parola “grazie”. È da evitare all’inizio nella fase di prima impressione e nella fase di negoziazione: frasi come “grazie per aver accettato l’appuntamento” creano quella che si definisce disparità psicologica, come se il cliente ci avesse fatto un favore a essere lì.
Al contrario, su quali parole invece dobbiamo puntare?
Marco Assirelli: Se ci alleniamo giornalmente su quelle da evitare, le parole su cui puntare arriveranno naturalmente di conseguenza. Sono parole che sortiscono effetti meravigliosi perché attiviamo mix ormonali positivi nei clienti che sviluppano perfettamente il concetto e la definizione di vendita ossia “liberare il potenziale acquirente dal problema di acquistare”. Puntiamo su parole che stimolino e portino il cliente all’acquisto, come libertà (“sei libero per parlare con me?”), utile (“ti è utile per…”), soluzione (“ho una soluzione per te”), verbi di movimento come correre, afferrare e cogliere con uso sinergico (“cogliere l’opportunità”).
In fin dei conti non dobbiamo essere dei pappagalli e ripercorrere lo status del cliente che spesso vive qualsiasi acquisto come una frustrazione; semplicemente portiamo positività nel nostro dialogo, spinti da passione, competenza e conoscenza e queste parole diventeranno parte ordinaria del nostro vocabolario lessicale.
Come cambia l’offerta
Come è cambiato il mercato dopo la pandemia?
Marco Assirelli: Dopo cinque anni dalla pandemia, fatti di intensissimo lavoro sul territorio nazionale, credo fermamente si sia lavorato su più fronti in maniera ineccepibile, ascoltando il mercato, le esigenze, la veloce e costante evoluzione culturale del verde. A conferma di ciò, è eclatante vedere come la profondità di acquisto da parte dei clienti sia aumentata in modo esponenziale; se prima potevo indicare dei prodotti di successo in particolare, oggi posso dire che il cliente medio acquista indistintamente sementi, concimi e liquidi per avere un ciclo costante e completo tutto l’anno.
Dopo la pandemia abbiamo osservato un ulteriore cambiamento nell’approccio all’acquisto: il cliente oggi conosce il mondo del tappeto erboso e si sta spostando verso l’alta qualità, perché sa apprezzarne i valori aggiunti e capisce che l’investimento fatto è ampiamente ripagato.
Possiamo parlare di prodotti e di novità?
Marco Assirelli: Questa nostra particolare sensibilità e attenzione a leggere tra le righe di dati complessi in forma predittiva ha prodotto nel 2021 l’uscita della Master Green Life: una linea completa di sementi, concimi e liquidi a basso impatto ambientale, con tecnologie e ricerca di altissima qualità a livello mondiale, che si è sposata perfettamente con la filosofia che ormai portiamo avanti da anni nella sostenibilità ambientale. E, devo dire, apprezzatissima dai clienti professionali e finali, a partire dalle giovani generazioni. Cioè il futuro.
Oggi siamo l’azienda indiscutibilmente più presente sul mercato italiano del tappeto erboso e ciò comporta la grande responsabilità di dettare per primi una direzione di mercato: capirai la difficoltà e la pressione per i notevoli investimenti aziendali che implica una decisione di questa portata. Devo dire che fortunatamente lavoro in un’azienda molto propensa all’ascolto e che non ha paura di investire in progetti ambiziosi: così nel 2024 abbiamo presentato al mercato la linea Zolla Verde Macro, un’intera linea dedicata alle macroterme, anche questa completa di sementi, concimi e liquidi, in un contesto di pieno cambiamento climatico. Arriveranno nuovi mix per completare le esigenze e i desideri del mercato: tecnologie mai viste prima in ambito italiano sui concimi, miglioramenti e sviluppo di alcuni prodotti già in essere e alcune novità sui liquidi di libera vendita, che andranno ulteriormente a incrementare la proposta per la cura dei nostri tanto amati tappeti erbosi.