Floricoltura Pironi di Como festeggia i 50 anni dell’attività con una nuova struttura produttiva altamente tecnologica. Le sue piante da orto hanno la certificazione biologica e promuove un florovivaismo sostenibile e amico dell’ambiente. Ce ne parla Andrea Pironi.
Il 28 novembre Floricoltura Pironi di Vertemate, in provincia di Como, ha festeggiato un doppio anniversario: i 50 anni dalla nascita dell’attività e i 25 anni dal passaggio generazionale e al nuovo corso dell’impresa.
L’ingresso nel mondo florovivaistico è iniziato infatti 50 anni fa, nel 1975, ed è stato promosso da Valter Pironi insieme alla moglie Maria Grazia Vaghi. Stiamo parlando di una delle figure di spicco del florovivaismo italiano: Valter Pironi è infatti cresciuto professionalmente nella Fondazione Minoprio, di cui è stato monitore e professore fino a raggiungere la carica di direttore generale dagli anni Ottanta fino al 1995 ed è ancora oggi uno dei consulenti agronomici più apprezzati in Italia e all’estero. Nel secolo scorso l’impresa si chiamava Azienda Agricola Vaghi Maria Grazia ma nel 2000, con il passaggio delle consegne ai figli Andrea e Raffaella, nasce Floricoltura Pironi in concomitanza con lo spostamento nella sede attuale.
Oggi Floricoltura Pironi è nota per la profonda specializzazione nelle piante da orto, destinate ai rivenditori consumer e al mercato professionale, coltivate con metodi naturali e forti di una certificazione biologica. A questa affianca un’interessante gamma di piante perenni e da fiore, con un catalogo dedicato alle viole con oltre 170 varietà differenti.
Certificazione biologica e tecniche sostenibili
Ci racconti i momenti salienti di questi 50 anni?
Andrea Pironi: La prima azienda era molto piccola e a gestione familiare: inizialmente era attiva solo per 4/5 mesi all’anno, nella stagione primaverile. Ma già allora eravamo specializzati nella produzione di piantine da orto per il mercato hobbistico. Il salto di qualità avviene nel 2000 quando siamo subentrati io e mia sorella Raffaella, con la nascita di Floricoltura Pironi e lo spostamento nella nuova sede e la costruzione della prima serra. In quegli anni abbiamo iniziato a introdurre altri tipi coltivazione, come le viole e le primule e abbiamo iniziato a produrre per tutto l’anno.
Nel 2000 abbiamo acquistato il terreno e realizzato le prime due serre, di circa 1.000 mq. Già l’anno successivo abbiamo aggiunto altre due serre, pari a una superficie totale di 2.000 mq. Negli anni a seguire abbiamo sempre ampliato l’azienda, fino agli attuali 2 ettari di superficie e circa 7.000 mq di serre coperte, riscaldate e attrezzate.
In occasione dell’evento del 28 novembre avete inaugurato una nuova serra altamente tecnologica…
Andrea Pironi: Il cambiamento climatico sta diventando un problema non da poco e le vecchie serre non erano più adatte per le nuove esigenze. Abbiamo deciso di demolirle e di costruire una nuova struttura, molto più alta e arieggiata e con tecnologie di gestione ambientale più all’avanguardia. La nuova struttura è stata concepita per affrontare le nuove sfide e affrontare le pressioni climatiche. Ha una superficie di 2.000 mq coltivabili e circa 450 mq di area stoccaggio e lavorazione, ma soprattutto è alta 6 metri al colmo e contiene tutte le tecnologie oggi disponibili per il risparmio energetico e la gestione ambientale. Quindi un pavimento caldo radiante, doppio telo in film plastico e telo d’alluminio di risparmio energetico interno e un software per la gestione di tutti i parametri (umidità, luce, temperatura, circolazione dell’aria, ecc.).
Un investimento importante che ci permetterà di raggiungere due obiettivi: creare un ambiente adatto alla coltivazione di prodotti di sempre maggiore qualità e ottenere un risparmio energetico. Rispetto alle vecchie serre abbiamo stimato un risparmio del 30/40% dell’energia.
Come è composta oggi la vostra offerta?
Andrea Pironi: Realizziamo circa 10 milioni di piante ogni anno: l’80% è rappresentato dalle piante da orto e il 20% dai fiori e ornamentali. Le piante da orto sono divise in due produzioni paritetiche: quelle destinate alle rivendite hobbistiche, quindi il prodotto con cui siamo partiti, e quelle studiate per gli orticoltori professionali. Cioè agricoltori che acquistano le nostre piante per coltivarle in pieno campo e rivendere le verdure. Prodotti che oggi vendiamo in particolare nel nord Italia: in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto ma anche nel Canton Ticino in Svizzera.
Per il mercato professionale abbiamo ottenuto la certificazione biologica ed è il settore nel quale abbiamo raggiunto un’elevata specializzazione.
Le piante destinate ai garden center e alle rivendite non sono certificate bio?
Andrea Pironi: Abbiamo una quota di bio anche per il mercato hobbistico e vorremmo aumentarla. Purtroppo da questo punto di vista c’è scarso interesse da parte dei garden center, delle rivendite agrarie e dei distributori in genere. Noi siamo pronti a offrire prodotti certificati anche per gli hobbisti, ma non c’è una richiesta significativa: oggi solo il 5% delle piante hobbiste sono biologiche. Ci sono però esempi positivi e alcuni garden center, particolarmente evoluti e sensibili, acquistano le nostre piante destinate al mercato professionale e le ricoltivano per poter offrire un prodotto biologico ai propri clienti. Stanno facendo un lavoro stupendo e promuovono una filiera pulita, locale e riconoscibile che secondo me sarà una delle tendenze del futuro: il garden center che vuole mantenere una natura agricola riconoscibile può fare proprio questo tipo di strategia. Promuovendo al contempo un’agricoltura sana, pulita, locale e di prossimità.
Per stimolare lo sviluppo delle piante da orto bio nei garden center abbiamo studiato un nuovo prodotto a impatto zero che proporremo l’anno prossimo: si tratta di piante da orto con certificazione biologica coltivate in vasi biodegradabili e confezionate in un cartoncino resistente all’acqua ma completamente riciclabile.
Già oggi proponiamo una linea di peperoncini certificati bio, chiamata I Piccantissimi, che sta riscuotendo molto successo.
Ce ne puoi parlare?
Andrea Pironi: I peperoncini ornamentali, coltivati a questo scopo e carichi di frutti, vengono spesso venduti come piante destinate a un uso alimentare. Noi abbiamo deciso di sviluppare una gamma di peperoncini ornamentali, ma coltivati con un’attenzione alimentare e quindi con frutti commestibili. Sono coltivati in modo biologico e senza residui e oltre a essere belli sono anche buoni e piccanti. Una proposta che stiamo vendendo con grande soddisfazione.


Florovivaismo responsabile
Non solo avete una produzione con certificazione biologica, ma sviluppate un approccio alla coltivazione decisamente sostenibile…
Andrea Pironi: Sì e abbiamo affrontato molte iniziative in modo pionieristico. Già da cinque anni abbiamo avviato un’analisi dell’impronta ambientale dell’azienda. Nella definizione di “prodotto biologico” si fa riferimento alla salvaguardia dell’ambiente: conseguentemente tutela anche la salute dell’uomo, poiché fa parte dell’ambiente. Per libera scelta e coscienza abbiamo sempre limitato l’uso di prodotti di sintesi: anche sulle nostre piante “convenzionali” adottiamo sistemi di lotta e di controllo molto diversi da quello chimico e con ottimi risultati. È venuto spontaneo “misurare” questo impegno e abbiamo incaricato un consulente di studiare l’impronta ambientale della nostra azienda. Con risultati molto interessanti: anzitutto abbiamo capito come misurare tutte le nostre azioni e ne è uscito un bilancio ambientale di tutta l’azienda che ci è servito per migliorare alcuni aspetti. La nuova serra non è stata fatta solo per risparmiare denaro ma anche per avere un impatto ambientale inferiore. Perché il primo non-inquinamento è il risparmio del consumo delle materie prime inquinanti: se brucio meno gasolio e meno gas, inquino meno. La valutazione dell’impronta aziendale ci è servita tantissimo e fa parte della nostra coscienza e del nostro approccio al lavoro.
Quali soluzioni biologiche utilizzate per ridurre l’uso della chimica?
Andrea Pironi: Negli anni abbiamo dedicato grande attenzione alla coltivazione diciamo “organica”, in particolare alla microbiologia del terriccio. Aggiungiamo noi la microbiologia necessaria ai nostri terricci: alludo ai funghi antagonisti, alle micorrize e ai batteri utili. Un lavoro sulla micro-flora nel terreno che ci ha dato risultati enormi. Tecnologie che ovviamente usiamo nel biologico ma anche nel convenzionale. Anche perché abbiamo notato che queste conoscenze sviluppate nel bio migliorano la qualità della pianta in generale.
Il vero problema non è curare le malattie e i parassiti, ma prevenire il problema. E per farlo devi rendere l’ambiente di coltivazione il migliore possibile e il più adatto per la tua pianta. È l’equilibrio di questi fattori che determina la salute della pianta. Come dicevo all’inizio, abbiamo affrontato un investimento importante per realizzare la nuova serra per migliorare la qualità dei nostri prodotti. È un po’ una scommessa ma sappiamo che sarà un passo avanti in questa logica.
Non solo orto
Oltre alle piante da orto avete una produzione di ornamentali. Come operate?
Andrea Pironi: Negli anni abbiamo sviluppato bene anche il lavoro sulle ornamentali. Sulle viole, un prodotto per molti versi banalizzato, abbiamo sviluppato un grande assortimento e oggi abbiamo un catalogo con oltre 172 colori differenti. Penso sia il catalogo più ampio disponibile oggi in Italia. Un impegno che ci ha portato a organizzare degli eventi in collaborazione con i garden center, chiamati La Mostra Delle Viole. È un modo per mostrare ai consumatori finali una gamma di oltre 100 viole fiorite con colori differenti: i clienti scoprono così che possono sbizzarrirsi tra mille sfumature per decorare il balcone, il giardino o l’aiuola. È da qualche anno che organizziamo La Mostra Delle Viole e ci sta dando grandi soddisfazioni perché è un tipo di vendita che funziona molto bene. Inoltre ci siamo costruiti un’immagine di azienda di riferimento sull’assortimento delle viole e tanti garden center si rivolgono a noi. È anche un modo per trasmettere il valore dei nostri prodotti: per puntare non sul prezzo ma sul valore intrinseco; una sinergia tra il produttore e il distributore per valorizzare un prodotto.
Come valuti l’andamento del mercato?
Andrea Pironi: Il mercato e i consumatori stanno cambiando tantissimo, assistiamo ad aperture e chiusure o ridimensionamenti di molti clienti di riferimento. Noi siamo in crescita e cerchiamo di intercettare le nuove necessità del mercato. Avere investito negli anni sul valore e non aver tergiversato sull’alta qualità intrinseca dei prodotti ci sta ripagando e riusciamo a difendere meglio le posizioni conquistate.
Oggi abbiamo sviluppato anche una produzione di piante perenni in contenitore, destinate ai coltivatori, con la stessa logica delle piante da orto. Piante giovani, fresche, senza residui e coltivate con attenzione organica: un mondo nel quale stiamo registrando tassi di crescita del 10/15% all’anno.























