Buyer Point esprime vicinanza ai buyer ucraini ospitati nel 2019

L’evento Buyer Point ha pubblicato oggi un resoconto della situazione ucraina. Nel 2019 l’Ucraina è stata “paese partner” dell’evento milanese e 35 buyer specializzati nel brico-garden sono venuti in Italia ospiti di Buyer Point.

Buyer Point ricorda i buyer ucraini ospitati nel 2019

In una notizia pubblicata oggi, l’evento Buyer Point (del Gruppo Editoriale di cui anche noi facciamo parte) ha ben riassunto la situazione attuale in Ucraina. Dopo Romania, Spagna e Irlanda, nel 2019 il “paese partner” di Buyer Point è stato proprio l’Ucraina e il 14 e 15 maggio 2019, in occasione della 16esima edizione dell’evento milanese, 35 buyer ucraini specializzati nel bricolage e nel giardinaggio sono stati ospiti in Italia per partecipare a Buyer Point.

Una partnership resa possibile dalla collaborazione con il magazine B2B All Retail che ancora oggi, 9 marzo, continua la sua attività da Lustsk nell’Ucraina occidentale nonostante la guerra, anche nella pagina Facebook. Questo è il messaggio inviato a Buyer Point da Igor Guglya di All Retail: “La situazione non si è stabilizzata. Nelle città che hanno subito i bombardamenti (Kharkiv, Kherson, Sumy, in parte Kiev) la situazione del commercio al dettaglio è critica. Ci sono pochissime merci sugli scaffali, molto personale ha lasciato i negozi. Molte catene di vendita al dettaglio chiedono l’aiuto di volontari (per il trasporto, la consegna dei prodotti, la disposizione dei prodotti sugli scaffali). Finora l’Ucraina occidentale è più calma. Ma anche qui ci sono interruzioni nella fornitura di alimentari. I produttori chiedono ai rivenditori di ripagare i vecchi debiti per continuare la produzione. Esistono già casi di cessazione di qualsiasi rapporto commerciale con la Russia”.

Il centro commerciale Fabrika Mall a Kherson.

Nell’appello lanciato da Buyer Point, vengono citate le esperienze di alcune catene presenti in Italia nel 2019. Come la catena Ars, con 8 centri diy, 3 negozi di arredamento e 2 centri edili nelle principali città dell’Ucraina occidentale. Oggi nel loro sito insegnano a costruire una molotov.

La catena Epicentr K è un gruppo leader in Ucraina specializzato nella distribuzione di prodotti per la casa e il giardinaggio. Ha 51 punti vendita su un’area espositiva di 1 milione di mq: a Kiev ha aperto un diy store di 105.000 mq. Il negozio di Chernihiv di Epicentr K è stato distrutto da un bombardamento (video in apertura). Epicentr K ha donato 100 milioni di Uah (circa 3 milioni di euro) per la difesa del paese e nel sito invita i suoi clienti a convertire i punti fedeltà in finanziamenti per le forze armate. È molto attiva su Tiktok, Facebook, Instagram e Youtube.

Novus è una catena con 77 supermercati in Ucraina. Oggi i negozi Novus sono diventati un centro di distribuzione della Croce Rossa: nella pagina Facebook ufficiale pubblicano quotidianamente tutte le attività.

Wog è la principale catena di aree di servizio in Ucraina con 382 location, corredate di ristoranti, stazioni di servizio e ampi shopping center a libero servizio. Oggi sono diventati un centro nevralgico per la distribuzione dei carburanti alle forze dell’ordine e alle ambulanze e sulla pagina Facebook e Instagram pubblicano quotidianamente le attività quotidiane a sostegno della resistenza.

Le prime reazioni del mercato brico-garden

Dopo Lego, Lvmh, Chanel, Zara, Kering (cioè Gucci, Balenciaga, Bottega Veneta), Toyota e Volskwagen, anche nel mercato della casa e del giardino alcune imprese hanno annunciato una posizione ufficiale nel conflitto. Il 3 marzo Ikea ha annunciato la sospensione di tutte le attività in Russia e Bielorussia.

Obi, che ha 27 negozi in Russia, ha annunciato l’interruzione delle sue attività nel paese di Putin: “Il Gruppo Obi – spiega il comunicato ufficiale – è profondamente preoccupato per i tragici sviluppi e le conseguenze della guerra in Ucraina. Il conflitto, oltre al tragico impatto sulle persone, crea effetti imprevisti sulle nostre operazioni commerciali, che rendono impossibile continuare la nostra attività. Sfortunatamente, non c’è alternativa per il Gruppo Obi che interrompere l’attività in Russia. Tutti i nostri colleghi condividono i nostri forti valori comuni e siamo enormemente grati per il loro impegno”.

Sempre dalla Germania, Koelnmesse ha ufficialmente interrotto qualsiasi rapporto di collaborazione con le aziende russe, così come Messe Frankfurt ha sospeso tutti gli eventi in programma in Russia.

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