Efficienza energetica: come risparmiare e rispettare l’ambiente

Entro il 2019 molte imprese dovranno eseguire la diagnosi quadriennale di efficienza energetica, un obbligo introdotto nel 2014. Ecco come trasformare un’imposizione in un’opportunità per risparmiare. Ne abbiamo parlato con Mirella Dagna, AD di Aura Energy, una Energy Service Company (Esco) specializzata nel fornire servizi integrati alle imprese per l’efficientamento energetico.

Diagnosi di efficienza energetica: un vademecum per le imprese

Sta arrivando una scadenza importante per numerose imprese italiane, ma molte sono poco informate. Stiamo alludendo all’obbligo di eseguire una diagnosi di efficienza energetica ogni 4 anni a partire dal 5 dicembre 2015. È contenuto nel Decreto Legislativo nr 102 del 4 luglio 2014, realizzato in recepimento della Direttiva europea 2012/27/Ue dedicata alle misure per ridurre la dipendenza dalle importazioni estere di energia, sfruttando lo strumento dell’efficientamento energetico e mettendo in atto azioni volte a dare stimolo all’economia.

Un provvedimento sicuramente positivo perché spendere più soldi per l’energia, oltretutto di importazione, quando ci sono soluzioni tecnologiche per risparmiarla? Ma sono necessari anche strumenti certi per misurare questi consumi di energia in modo univoco e perciò è stato introdotto l’obbligo di una diagnosi di efficienza energetica ogni 4 anni. L’introduzione di un sistema di monitoraggio del consumo energetico dei singoli processi aziendali consente di avere dati oggettivi che permettono di “intervenire dove è necessario” e di conoscere il risultato di ciò che viene realizzato.

Per aiutare le imprese ad affrontare questo salto di qualità sono stati stanziati molti fondi: solo il governo italiano ha stanziato centinaia di milioni di euro e ha rafforzato i Titoli di Efficienza Energetica, i cosiddetti Certificati Bianchi. Al punto che le imprese possono introdurre soluzioni di efficientamento energetico praticamente a costo zero.

Quali imprese sono obbligate? Il Dlgs 102/2014 introduce il sistema di monitoraggio obbligatorio per le grandi aziende e le aziende energivore.

Sono grandi imprese quelle che hanno più di 250 dipendenti o un fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Sono invece definite imprese energivore quelle che nel corso di un anno vedono la concomitanza di due condizioni: l’uso di almeno 2,4 GWh di energia elettrica o 2,4 GWh di energia diversa dall’elettricità; i costi energetici non devono superare il 3% del fatturato.

Per saperne di più abbiamo incontrato Mirella Dagna, AD di Aura Energy, una Energy Service Company (Esco) specializzata nel fornire servizi integrati alle imprese perl’efficientamento energetico.

Non è un costo ma un’opportunità per risparmiare

Green Retail:Gli obblighi non sono mai amati, ma lo scopo della normativa è lodevole?

Mirella Dagna: Un aspetto importante che dobbiamo sottolineare è che le aziende non devono vedere la diagnosi come un obbligo, ma come un processo virtuoso. L’analisi dei consumi aziendali con i costi a essa associati consente di individuare le misure atte al loro contenimento e, aspetto non trascurabile, contribuisce alla riduzione delle emissioni nocive in atmosfera. Per usare un luogo comune: l’ottimizzazione dei consumi energetici fa bene all’azienda e fa bene al pianeta.
L’efficientamento energetico, fortunatamente, sta diventando un fenomeno sempre più diffuso nelle aziende (anche commerciali) per i vantaggi che ne derivano. Consente infatti di analizzare il fabbisogno energetico dell’azienda legato all’utilizzo dell’edificio (consumo/costo per riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ecc.) e al processo produttivo (consumo/ costo dell’energia su singola linea di prodotto o su singola lavorazione) e di operare interventi di tipo organizzativo, gestionale e/o strutturale per ridurre la spesa e massimizzare il risultato.

Green Retail: Ogni impresa/negozio ha però esigenze e possibilità differenti: è necessario un “abito su misura”?

Mirella Dagna: Sì, perché ogni situazione è un caso a sé! Ogni garden center, azienda o attività ha le sue specificità legate al prodotto che realizza o commercializza o tiene a stock, alla zona in cui opera, agli orari di apertura, al tipo di struttura che lo compone (edifici in muratura, serre, aree all’aperto, ecc.), al numero di persone dedicate. Se vogliamo realizzare attività che servono al caso specifico dobbiamo analizzare il caso specifico.

Green Retail: Come opera una Esco?

Mirella Dagna: L’attività della Esco si può schematizzare in 6 punti:

  1. Analisi energetica e diagnosi multidisciplinare. Consente di definire come e quanta energia consuma l’azienda per singolo processo aziendale.
  2. Proposta di interventi fattibili e analisi costi/benefici. Questo processo è molto importante perché consente di poter scegliere se e come intervenire avendo chiaro il quadro completo delle soluzioni possibili e, soprattutto, quali saranno i risultati dopo l’intervento. L’analisi dei benefici comprende anche la ricerca/valutazione degli incentivi che vengono erogati a fronte del singolo intervento (Conto Termico 2.0, Certificati Bianchi, fondi strutturali, detrazioni fiscali, superammortamento, iperammortamento, ecc.)
  3. Scelta dell’intervento più adeguato. Presentazione dei risultati con tutte le informazioni degli interventi e quando collocarli nel tempo.
  4. Realizzazione dell’intervento.
  5. Monitoraggio. È fondamentale per poter valutare l’effetto dell’intervento realizzato e mantenere i risultati nel tempo.
  6. Contratto di risparmio garantito. Con contratti specifici, denominati Energy Performance Contract (Epc), la Esco si impegna a garantire anche dal punto visa economico i risultati degli interventi proposti. Talvolta la remunerazione della Esco è proprio legata al risparmio energetico che l’intervento riesce a realizzare.

efficienza energetica

Investimento a costo zero

Green Retail: L’efficientamento energetico permetterà risparmi futuri ma richiede investimenti…

Mirella Dagna: L’efficientamento energetico richiede investimenti ma, generando vantaggi misurabili, essi possono essere contrattualizzati. Le Esco si impegnano al risultato mediante specifici contratti di rendimento energetico.
Il contratto di rendimento energetico (Epc) è il contratto con il quale la Esco si obbliga al compimento – con propri mezzi finanziari o con mezzi finanziari di terzi soggetti – degli interventi di riqualificazione proposti, verso un corrispettivo correlato all’entità dei risparmi energetici ottenuti in esito all’efficientamento del sistema.
L’Epc è caratterizzato da una cooperazione tra il cliente e la Esco per il conseguimento del risultato: la Esco si obbliga al conseguimento del risparmio energetico, il cliente, da parte sua, è chiamato a osservare determinate norme di comportamento, preventivamente determinate.

Green Retail: Quanto durano i contratti Epc?

Mirella Dagna: La durata del contratto Epc dipende dal tipo di intervento. Nella prima fase il cliente impiega il risparmio e/o gli incentivi a esso legati per sostenere l’intervento, successivamente il cliente potrà beneficiare di tutti i risparmi.

Green Retail: Cosa sono i Certificati Bianchi?

Mirella Dagna: I Certificati Bianchi o Titoli di Efficienza Energetica (Tee) sono titoli negoziabili che certificano i risparmi energetici conseguiti negli usi finali di energia, realizzando interventi di incremento dell’efficienza energetica.
Per ogni Tep (Tonnellata Equivalente di Petrolio) di risparmio conseguito grazie alla realizzazione dell’intervento di efficienza energetica, viene riconosciuto un Certificato per tutta la sua vita utile stabilita dalla normativa, per ogni tipologia di progetto (da 3 a 10 anni). I Certificati Bianchi vengono ceduti, ovvero scambiati sulla piattaforma di mercato gestita dal Gestore Mercati Energetici (Gme) o attraverso contrattazioni bilaterali con soggetto terzo.

Green Retail:E cos’è il Conto Termico?

Mirella Dagna: Con il Conto Termico è possibile riqualificare i propri edifici e migliorarne le prestazioni energetiche. Il Conto Termico incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza. I beneficiari sono principalmente le pubbliche amministrazioni, ma anche imprese e privati, che potranno accedere a fondi per 900 milioni di euro annui, di cui 200 destinati alle pubbliche amministrazioni.
Gli incentivi sono regolati da contratti di diritto privato tra il Gestore Servizi Energetici (Gse) e il soggetto responsabile. Gli incentivi sono corrisposti dal Gse nella forma di rate annuali costanti della durata compresa tra 2 e 5 anni, a seconda della tipologia di intervento e della sua dimensione, oppure in un’unica soluzione, se l’importo del beneficio complessivamente riconosciuto non supera i 5.000 euro.
Per ciascuna tipologia di intervento sono definite le spese ammissibili, ai fi ni del calcolo del contributo, nonché i massimali di costo e il valore dell’incentivo.

Green Retail: Perché è sconsigliabile effettuare interventi “spot”, ed è meglio prevedere invece un piano integrato?

Mirella Dagna: Perché effettuare un intervento “spot” senza aver definito bene il quadro completo dei consumi e dei costi energetici può portare a un risultato non corretto, ad affrontare investimenti che non servono o superiori alle necessità reali.
Faccio un esempio: se decido di acquistare un sistema che produce energia, ma non ho valutato correttamente i consumi reali, corro il rischio di approvvigionare una soluzione che produce più energia del mio reale fabbisogno, generando quindi costi di esercizio in parte evitabili. In sintesi, possiamo dire che l’approccio corretto prevede i seguenti step:

  • misurazione dei consumi;
  • ottimizzazione dei processi finalizzata alla riduzione dei consumi;
  • autoproduzione dell’energia necessaria;
  • acquisto dell’energia non autoprodotta/risparmiata.

www.auraenergy.it

 

 

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