I vasi non sono imballaggi: prosegue il cammino normativo europeo

Come appare chiaro a chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il gardening, i vasi non sono imballaggi ma, nell’ambito delle aziende florovivaistiche, rappresentano dei beni strumentali alla coltivazione. Questa la posizione che sottende la proposta di Assofloro e Coldiretti, accettata dal Parlamento europeo, volta a bloccare l’estensione del contributo Conai ai vasi professionali per il florovivaismo. Si attende ora l’approvazione definitiva dell’accordo provvisorio prima che il regolamento possa essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore.

Il 4 marzo scorso la Presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una proposta di Regolamento sugli imballaggi. L’obiettivo del Regolamento è contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggio prodotti nell’Unione Europea, armonizzando allo stesso tempo il mercato interno degli imballaggi, promuovendo l’economia circolare.

Per quanto riguarda i vasi per il florovivaismo il testo riflette quanto proposto da Assofloro e Coldiretti come soluzione alternativa al testo adottato in plenaria dal Parlamento europeo: i vasi che vengono utilizzati dalle aziende florovivaistiche per la coltivazione di piante e fiori, compresi i contenitori per il trapianto direttamente riempibili, utilizzati nelle diverse fasi della produzione o destinati a essere venduti con la pianta, non sono considerati imballaggi bensì beni strumentali alla coltivazione.

L’importante risultato a favore delle aziende agricole e florovivaistiche italiane è stato ottenuto grazie a un intenso lavoro di squadra con gli europarlamentari e il governo italiano, con gli uffici Coldiretti di Bruxelles, l’area Ambiente di Coldiretti nelle persone di Stefano Masini e dell’avvocata Cinzia Coduti che ha fornito il supporto tecnico-giuridico-legislativo e il sistema imprenditoriale coordinato da Assofloro e dalla Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti.

Come spiega il comunicato diffuso da Assofloro, “Quanto ottenuto non era per nulla scontato perché nelle ultime settimane la Commissione è stata oggetto di forti pressioni in nome di interessi economici privati e giustificati dai contributi al riciclo delle plastiche in altri paesi, in particolare la Germania, che avrebbero voluto i vasi come imballaggio, causando un danno grave alle aziende florovivaistiche italiane, in modo particolare a quelle del comparto floricolo, già messe a dura prova dall’aumento dei costi di produzione”.

“La reazione è stata immediata – prosegue il comunicato ufficiale -: per la prima volta nella storia della floricoltura del nostro paese, le aziende italiane, coordinate da Assofloro e dalla Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti, si sono attivate minacciando il boicottaggio commerciale nei confronti dei distributori italiani del principale produttore di vasi per piante in Europa che, per dinamiche legate ai  contributi al riciclo delle plastiche in altri paesi, in particolare la Germania, aveva avviato una azione di lobby sulla Commissione europea per fare sì che tutti i vasi fossero dichiarati, a prescindere dal loro uso nel ciclo produttivo, imballaggi. Questo avrebbe pesato ingiustamente sugli agricoltori florovivaisti italiani.

Davanti a questo rischio è stata fatta un’azione rapida di coordinamento, riunendo 7 aziende italiane che acquistano circa 2,8 milioni di vasi dall’azienda tedesca (degli 8 milioni totali che vengono consumati in Italia ogni anno), a cui a seguire si sono unite tante altre, facendo valere il peso dei numeri e la forza dell’essere uniti e minacciando azioni di boicottaggio commerciale. Questa azione ha costretto l’azienda tedesca a negoziare con Assofloro e Coldiretti una rettifica ufficiale della richiesta fatta alla Commissione europea e ad aprire un dialogo per possibili azioni future in comune”.

I vasi non sono imballaggi: prossime tappe del cammino normativo europeo

L’accordo provvisorio sarà ora sottoposto per approvazione ai rappresentanti degli stati membri in seno al Consiglio (Coreper) e alla commissione per l’ambiente del Parlamento. Se approvato, il testo dovrà poi essere formalmente adottato dalle due istituzioni, previa messa a punto da parte dei giuristi-linguisti, prima che il regolamento possa essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore. Il regolamento si applicherà 18 mesi dopo la data di entrata in vigore.

Le dichiarazioni dei protagonisti

“Continua il pressing di Coldiretti per ricondurre le proposte sui tavoli europei ad un giusto equilibrio tra sostenibilità ed esigenze delle imprese – afferma Mario Faro, presidente della Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti -. Ancora una volta l’azione dell’Organizzazione è stata determinante per tutelare il reddito delle nostre imprese e mantenere la competitività di uno dei settori del nostro paese più esportato all’estero, le cui vendite hanno raggiunto nel 2023 la quota record di 1,25 miliardi di euro. Difendere il florovivaismo italiano significa sostenere un settore dove l’attenzione alla sostenibilità e al miglioramento delle performance ambientali della produzione di piante e fiori è tra le più alte in Europa e nel mondo. Per questo come per gli altri prodotti dell’agroalimentare chiediamo con decisione che, anziché ulteriore burocrazia o costi per le imprese, venga introdotto il principio di reciprocità, per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, fitosanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno”.

“Oltre ad avere evitato un ulteriore macigno sui costi di produzione di piante e fiori che si sarebbe abbattuto ingiustamente sugli agricoltori e i florovivaisti italiani – aggiunge Nada Forbici, presidente di Assofloro e coordinatrice della Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti -, riducendo ulteriormente il margine di guadagno e la competitività con gli altri paesi, la soddisfazione più grande è per avere evitato – grazie alla forza dell’aggregazione e dei numeri di Assofloro e Coldiretti – un’azione di lobby privata che avrebbe danneggiato le aziende italiane che già lo scorso anno hanno rischiato di vedersi addossare da parte del Conai un contributo che abbiamo da subito definito non dovuto, come ci viene nuovamente confermato dal regolamento europeo. È una vittoria storica di una battaglia per una giusta valorizzazione del lavoro dei nostri imprenditori e di un settore cardine del made in Italy che vale 3,1 miliardi di euro e garantisce lavoro a 200.000 persone. Il messaggio è chiaro: basta fare i conti senza il sistema florovivaistico produttivo che è aperto al dialogo costruttivo ma che non può e non vuole più subire logiche commerciali che fanno gli interessi di pochi”.

www.assofloro.it

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