Il Rinascimento di Deroma: intervista a Matteo Gialdini

Il rilancio di Deroma dopo gli anni di commissariamento passa dal duplice obiettivo di diventare un’azienda “green” e raddoppiare il fatturato in cinque anni. Ne abbiamo parlato con Matteo Gialdini, nuovo amministratore delegato di Deroma.

Deroma
Matteo Gialdini, nuovo amministratore delegato di Deroma

La recente storia di De­roma, marchio storico della terracotta fondato nel 1955, è stata caratterizzata da un processo di ricostruzione guidato da un commissario straordinario di nomina governativa, dopo la dichia­razione di fallimento del 2015. Il lavoro di riorganizzazione e ristruttu­razione dell’intero Gruppo, non sola­mente in Italia ma anche nelle sedi estere (Francia, Spagna, Stati Uniti, Regno Unito e Hong Kong), ha por­tato non solo a un consolidamento, ma a una crescita del giro d’affari di Deroma. Trattandosi di un bene pubblico, è stato messo all’asta dal Ministero dello Sviluppo Economico e, dopo l’iniziale vittoria della corda­ta tedesca Scheurich/Bavaria, ha prevalso l’offerta del fondo norve­gese Njord Terra Lux.

Il fondo Njord Terra Lux si è già con­traddistinto in Italia con le acquisizio­ni del Lanificio Cerruti nel 2018 e dell’Aeroporto di Ancona nel 2019. Deroma è il terzo investimento italia­no ed è previsto un piano di rilancio da decine di milioni di euro insieme alla continuità della struttura produtti­va e della governance italiane. Termi­nato il periodo di commissariamento, Deroma è ora pronta a rilanciarsi sui mercati internazionali e dallo scorso settembre ha un nuovo amministra­tore delegato, Matteo Gialdini, che avrà tra gli altri obiettivi il raddoppio del fatturato entro 5 anni.

Raddoppio del fatturato in cinque anni

GreenRetail: Come è nato il contatto con Njord per la guida della “nuova” Deroma?

Matteo Gialdini: Assomiglia alla do­manda che mi hanno fatto nel primo incontro con i sindacati: “Lei, coi vasi, cosa c’entra?”. In effetti sono più esperto del mondo indoor piutto­sto che di quello outdoor: ho lavorato per Miele, Hansgrohe e Natuzzi, co­nosco molto bene i trend di mercato che riguardano la casa, così come gli interlocutori del mondo casa.
Njord mi ha contattato nel maggio scorso: si tratta di un fondo di matri­ce scandinava sebbene abbia sede a Londra, che ha fatto raccolte per circa 800 milioni di euro. È un fon­do focalizzato su due macro temi. Il primo è l’Europa, quindi predilige il nostro continente. Il secondo è la ristrutturazione aziendale. In Italia Njord ha investito nell’aeroporto di Ancona e nel Lanificio Cerruti e il terzo acquisto è stato Deroma.
Quindi è un fondo industriale, non è un fondo speculativo. Questo ap­proccio è stato un primo momento importante di contatto tra me e il fondo Njord: io lavoravo serena­mente in Natuzzi e non pensavo di cambiare, ma l’opportunità che mi è stata offerta è straordinaria.

GreenRetail: Possiamo entrare un po’ più nel dettaglio?

Matteo Gialdini: Anzitutto si partiva da una buona base: da un’azienda gestita durante l’amministrazione in modo sano e addirittura in crescita. Negli ultimi sei anni, che comprendo­no 5 di amministrazione e 1 del fon­do, l’azienda ha avuto una crescita media annuale del 12% del fatturato. Dai 61 milioni di euro del 2015 sia­mo arrivati a 113,8 milioni nel 2021 e quest’anno chiuderemo intorno ai 130/135 milioni di euro.
L’obiettivo è di crescere in doppia cifra anche nei prossimi anni fino al raddoppio del fatturato in cinque anni: questa è la sfida interessan­te. Inoltre il fondo non ha un oriz­zonte temporale: non vuole rilancia­re e vendere l’azienda tra due anni. Quello di Deroma è un progetto a lungo termine.

Deroma
Dopo cinque anni di commissariamento l’azienda è passata da un fatturato di 61 milioni di euro del 2015 ai 113,8 milioni nel 2021.

Un futuro da “Pioniere”

GreenRetail: Come raggiungerete un obiettivo così ambizioso?

Matteo Gialdini: In questi mesi ab­biamo lavorato a un corposo pro­getto ormai ben definito. Si chiama Pioneer e al suo interno comprende 150 progetti, mediamente 10 per ogni dipartimento dell’azienda. Esse­re pionieri vuol dire offrire prodotti e servizi differenti: questo è il grande obiettivo che ci siamo prefissi per i prossimi cinque anni.
Lo raggiungeremo utilizzando molti strumenti. Il primo è l’organizza­zione interna. Dopo cinque anni di amministrazione potete immaginare quanti pochi investimenti siano stati realizzati sulle risorse umane. Fortu­na vuole che le risorse rimaste sono veramente capaci, ma abbiamo af­fiancato nuovi innesti e consulenti. Per ogni singolo dipartimento ab­biamo riscritto l’organizzazione, ne abbiamo creati di nuovi, abbiamo identificato nuove linee e affiancato un consulente a ogni dipartimento. Abbiamo quindi confermato il team, lo stiamo formando con l’aiuto di consulenti e ci accingiamo ad assu­mere nuove risorse.

GreenRetail: Con quali criteri?

Matteo Gialdini: Stiamo inserendo persone giovani, donne e talen­tuose. Che è un approccio disrupti­ve rispetto alla storia del contesto dove siamo e forse anche nazionale, in cui si tende a privilegiare chi ha esperienza e soprattutto i maschi. Noi invece vogliamo portare avanti i giovani e chi ha le idee creative. I trend e i ritmi delle nuove generazio­ni sono talmente distanti da noi che dobbiamo assolutamente ascoltarli. In particolar modo nel mondo del vaso. Dove stiamo vivendo un trend fortissimo, sul green, sulla pianta, sulla coltivazione anche da interno, che vede spesso i giovani come pro­tagonisti. Come facciamo a conqui­stare i giovani se non li conosciamo?
Investiremo anche nel marketing e nell’It: ormai sono il centro nevral­gico delle organizzazioni moderne. Oltre all’organizzazione interna, il progetto Pioneer prevede due grandi pilastri molto importanti: l’eccellen­za nella produzione e nelle vendite.

GreenRetail: Ne possiamo parlare?

Matteo Gialdini: Stiamo stravol­gendo il nostro modo di lavorare in produzione. Sia qui, sia in America in Texas. Si tratta di introdurre una logica di analisi delle problemati­che, un intervento immediato e la facilitazione nel lavoro. Posso citare un esempio banale, come la riduzio­ne del tempo. Ci siamo accorti che in talune lavorazioni impieghiamo un’ora e mezza quando in realtà creando un team, un reparto corse, possiamo ridurre il tempo in modo significativo. Ridurre i tempi signi­fica fare efficienza, produrre di più e vuol dire soddisfare i bisogni del mercato. Cioè dare risposta a un bisogno e a un trend fortemente emergente. Oggi c’è una forte cre­scita della domanda e una richie­sta straordinaria di materiali green come la terracotta e i prodotti in plastica riciclata: il mercato chiede più di quanto riusciamo a produrre. A una operation eccellente dovre­mo affiancare altrettanta anche nelle vendite. Sales excel­lence per noi significa deliziare il consumatore. Dobbiamo offrire al cliente un servizio che vada oltre le sue aspettative: quindi tempi, velo­cità, cortesia, ecc.
Un altro obiettivo della sales excel­lence è l’ingresso nei mercati in cui non siamo presenti. Oggi Deroma è una delle più grandi aziende al mondo di questo mercato e ha una market share importante: negli Sta­ti Uniti per indicare il vaso in ter­racotta usano il termine Deroma. Ci sono però ancora tanti mercati in cui non siamo presenti: penso all’A­frica, a buona parte dell’Asia e al sud America. Mercati in cui cerche­remo di entrare.

GreenRetail: Dobbiamo aspettarci rivo­luzioni anche sul fronte del design dei vasi Deroma?

Matteo Gialdini: Un’altra “gamba” di questa riorganizzazione sarà la ricerca, un ambito nel quale stiamo facendo una rivoluzione copernicana sul fronte dell’infrastruttura. Stiamo lavorando su prodotti, forme, mate­riali e progetti innovativi. Abbiamo creato un dipartimento dedicato alla Ricerca & Sviluppo e contiamo di arrivare sul mercato nell’arco di due anni con innovazioni importan­ti. Ma qui mi devo fermare perché ho già detto troppo!

E-commerce: dovrà cresce­re ma tramite i partner

GreenRetail: Immagino che il web sarà una parte fondamentale del proget­to…

Matteo Gialdini: Nel marketing stia­mo mettendo in discussione dav­vero tutto, anche il logo. Le nuove generazioni ci obbligano a nuovi pa­radigmi: si informano solo sul web, comunicano con le immagini e non con la parola. Tutti trend che ci de­vono portare a scrivere una mission e una vision al passo coi tempi, se non addirittura oltre. Il marketing verrà quindi sviluppato soprattutto in ambito digital: per la comunica­zione ma anche per la vendita. Il tema dell’apertura di un canale di vendita online si va ad agganciare al processo di ristrutturazione interna di cui parlavamo prima.

GreenRetail: Quale sarà il ruolo dei ri­venditori?

Matteo Gialdini: Il nostro obiettivo primario è il trade, però dobbiamo offrire anche strumenti digitali adat­ti alle richieste del consumatore. Per noi è difficile vendere ogni sin­golo vaso via e-shop. È chiaro che dobbiamo fornire tutti gli strumenti necessari al trade e a tutti i partner B2B per vendere online i nostri pro­dotti. Il trade non deve fare a meno di Deroma e noi dobbiamo diventare necessari ai rivenditori specializzati.
In Cina realizziamo un fatturato interessante e abbiamo scoperto che ormai il 70% dei nostri prodot­to sono venduti online. Non da noi direttamente, ma da nostri clienti che hanno piattaforme digitali in Cina. Dobbiamo quindi pensare ai nuovi cluster di consumatori finali e a come esprimono l’esperienza dell’acquisto.
Il tema della digitalizzazione an­drebbe meglio affrontato dal mondo trade e retail. In Inghilterra è già la normalità comprare piante e vasi su internet. La situazione è ormai sfug­gita di mano e devono adeguarsi, of­frendo sia la visita esperienziale sia l’e-shop. Non c’è alternativa e il Co­vid ha accelerato questi processi.
Il nostro cliente B&Q in Inghilterra con il click & collect ha incrementa­to del 280% le vendite.
Ma anche il punto vendita “fisico” è importante: tutti i prodotti ormai si trovano online, ma per una visita esperienziale o l’incontro personale con esperti devi recarti nel garden center. Bisogna offrire servizi che non si trovano sul web: nel mondo della casa, che conosco bene, l’inse­rimento degli architetti nei negozi ha stravolto il modo di vendere i prodotti indoor. Se vado in un garden center, trovo un architetto del verde che mi suggerisce le piante per il terrazzo o viene a visitare il mio giardino?

Deroma sarà un player della sostenibilità

GreenRetail: Abbiamo più volte parlato di green, ma sappiamo che uno degli obiettivi di Pioneer è di trasformare Deroma in una società Esg. Operando quindi con criteri di responsabilità sociale e ambientale. Quanto è im­portante questo aspetto?

Matteo Gialdini: Tutto il progetto Pioneer è basato sul tema Esg: De­roma vuole diventare un player del­la sostenibilità. Abbiamo già inizia­to con la rimozione del soffitto della produzione di 18.000 mq che verrà sostituito da una copertura molto particolare con impianto fotovoltai­co da 3 megawatt, cioè il 30% del fabbisogno annuo. Anche questo è un cambiamento importante: dob­biamo diventare un’azienda green anche dal punto di vista produttivo.

GreenRetail: Negli ultimi, forse spinti dalla pandemia, sono aumenti gli ap­passionati di giardinaggio. Qual è la vostra esperienza?

Matteo Gialdini: Mi domando se du­rerà anche dopo e quale evoluzione avrà, ma non so rispondere a que­sta domanda. Per questa ragione abbiamo avviato una collaborazione con un sociologo che ci aiuterà ad analizzare i trend internazionali del mondo del giardino, del terrazzo e del verde indoor. La generazione Z, cioè i ragazzi di vent’anni, vogliono un prodotto green, come la terracot­ta, e stanno spingendo la domanda di piante e la creazione di orti. Di quale entità sia questo trend non siamo in grado di dirlo, va studiato. Di certo, ce lo dicono i nostri part­ner, la generazione Thunberg vuole la terracotta non la plastica.

www.deroma.com

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