Sospeso fino a dicembre il contributo Conai sui vasi in plastica

Il Contributo Conai sui vasi in plastica, che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° luglio, è stato sospeso al 31 dicembre 2023.

Sospeso fino a dicembre il contributo Conai sui vasi in plastica

Non è un problema nuovo, ma si è concretizzato il 24 novembre 2022, quando con una delibera del suo Cda il Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, ha stabilito che i vasi in plastica “professionali” utilizzati per la coltivazione di fiori e piante sono imballaggi e quindi devono pagare il contributo ambientale. Dall’1 luglio avrebbero dovuto pagare il contributo ambientale i vasi “professionali” con uno spessore parete a metà vaso fino a 0,8 mm, indipendentemente dal diametro e da altre caratteristiche strutturali e se adibiti o meno al contenimento di fiori/piante per il consumatore.

Le imprese del settore hanno così avviato un’attività di opposizione, insieme ad Assofloro e Coldiretti, poiché i vasi di coltivazione sono beni strumentali alla produzione e non semplici imballaggi. La decisione di Conai appare infatti in conflitto con il d.lgs. nr 152 del 3 aprile 2006 (Norme in materia ambientale) che a proposito della disciplina in materia di imballaggi riporta (punto 2 dell’allegato E alla Parte Quarta) gli esempi illustrativi proposti dalla direttiva 94/62/CE – in più occasioni modificata – che individuano tra gli imballaggi i vasi da fiori da usare solo per la vendita e il trasporto di piante mentre risultano esclusi i vasi da fiori destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita. Da ciò risulta quindi inappropriato considerare come “imballaggi” i vasi impiegati per piante e fiori che siano inseriti nel ciclo produttivo, in quanto ausilio strumentale e duraturo all’attività d’impresa.

Assofloro e Coldiretti – spiega il comunicato di oggi di Assofloro – oltre alla non conformità della delibera del Cda del Conai del 24/11/2022 alla normativa sopra citata, hanno più volte contestato la totale unilateralità di quanto contenuto nella Circolare che, non tenendo conto delle ragioni delle parti coinvolte, era destinata a produrre conseguenze non sostenibili in un settore come quello florovivaistico già fortemente provato dall’emergenza siccità e da aumenti incontrollati delle materie prime e dell’energia, dopo un biennio negativamente segnato da pandemia e comunque soggetto ad un mercato non stabile”.

A maggio 2023 la Cassazione ha messo il punto finale alla questione con una sentenza che enuncia il seguente principio di diritto: “costituisce imballaggio ai fini dell’art. 218 del d. lgs. n. 152 del 2006, in attuazione della direttiva 94/62/CEE, il prodotto adibito a contenere e proteggere beni destinati alla circolazione di mercato”, rilevando che “l’imballaggio consiste soltanto di: imballaggio per la vendita, imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, imballaggio concepito in modo da facilitare la manipolazione e il trasporto di un certo numero di unità di vendita.

“La Cassazione – prosegue il comunicato di Assofloro – ha stabilito che non è tanto la funzione di contenitore e protezione che definisce un oggetto “imballaggio” bensì la destinazione alla circolazione sul mercato di ciò che è contenuto e protetto, sia questo quello delle materie prime o quello dei prodotti finiti. I vasi impiegati in ambito floricolo e vivaistico inseriti nel ciclo produttivo in quanto ausilio strumentale e duraturo all’attività d’impresa non sono quindi considerabili imballaggi. A fine febbraio e il 23 giugno 2023 Assofloro ha inviato due Pec a Conai, e per conoscenza alle principali aziende produttrici di vasi, dichiarando l’impossibilità, da parte delle aziende florovivaistiche, di pagare il contributo ambientale imposto. Di concerto, l’Area Ambiente di Coldiretti si è anche fatta promotrice di un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente in merito alla legittimità della delibera del Conai”.

La sospensione fino al 31 dicembre annunciata oggi da Conai dovrebbe permettere il raggiungimento di un risultato condiviso con gli operatori del mercato florovivaistico, per evitare di appesantire ulteriormente i costi di produzione delle aziende florovivaistiche e aumentare i prezzi a danno del consumatore finale.

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