Grande partecipazione al viaggio studio di Aicg (Associazione Italiana Centri Giardinaggio) organizzato lo scorso giugno in Austria. Ce ne parlano i protagonisti.
Dal 4 al 6 giugno l’Associazione Italiana Centri Giardinaggio (Aicg) ha organizzato un viaggio studio in Austria riservato agli associati. Un’occasione per scoprire approcci e visioni differenti rispetto al garden center italiano, ma soprattutto un’occasione di incontro e conoscenza tra colleghi.
Il tour è iniziato con la visita a Starkl Loft Garden Center di Pfaffstätten, allestito all’interno di una ex fabbrica. Un luogo sorprendente per l’atmosfera curata e raffinata, con numerose ambientazioni e abbinamenti cromatici perfetti. All’esterno è in costruzione un grande ristorante indipendente, a conferma della volontà di investire nell’accoglienza.
La visita è proseguita da Konzeptstore Kramer & Kramer nel centro di Vienna. Un concept elegante, firmato da un noto paesaggista, che fonde un’offerta di arredi da esterno ricercati, una fioreria d’alta gamma e uno spazio ristorazione all’interno di un chiostro raffinato.
Il terzo garden center visitato è stato il negozio di Atzenbrugg della catena Lederleitner. Un vivaio in cui l’equilibrio tra verde e accoglienza è il tratto più distintivo. Le piante sono disposte in modo fluido, con un’attenzione particolare ai volumi e alle scenografie. La zona decorativa è molto ampia e accoglie anche una fioreria semplice ma ben attrezzata. Particolarmente interessanti gli articoli da giardino di fascia alta (grembiuli, smanicati, stivali) presentati come in una boutique di moda.
Interessante anche la visita da Nentwich, un piccolo garden specializzato in vivaistica da frutto e progettazione giardini, gestito dalla famiglia Nentwich. Il punto vendita, semplice ma accogliente, ha una fioreria ben organizzata.
Il viaggio studio di Aicg ha fatto tappa anche in uno splendido castello, dove un punto vendita gruppo Lederleitner propone un’offerta di arredi per la casa. Stanze tematiche arredate con attenzione e charme, con un’offerta di alto livello qualitativo. Comprende anche un ristorante molto suggestivo in un chiostro.
Interessante anche la visita a Schaugarten Kittenberger, un parco esperienziale pensato per le famiglie con giardini tematici, orti aromatici, bio-piscine, percorsi sensoriali, aree zen, giardini dedicati alla biodiversità e una fattoria didattica. All’ingresso ospita un garden center e un ristorante self-service molto ampio.
Il terzo giorno ha previsto la visita alla sede produttiva a Tulln della famiglia Starkl. Una struttura, costruita nel 1967 con arcate in legno imponenti che ospita un garden center. Un negozio con un’offerta completa di piante da interno, articoli da giardinaggio, decorazione, vasi e un vivaio esterno ampio e circondato da un parco.
Interessante anche la visita a Praskac, una realtà vivaistica avanzata specializzata nella vendita di piante, in particolare perenni, anche attraverso un e-commerce molto ben strutturato. Le piante perenni sono esposte in ordine alfabetico, ciascuna con cartellino, foto, Qr code e dettagli tecnici.
Ultima visita è stata da Hameter, un vivaio specializzato nelle piante perenni in vaso, con una produzione annua che supera i 2,5 milioni di pezzi.
Le impressioni dei partecipanti
Un viaggio studio è anzitutto un momento di conoscenza e di confronto tra colleghi, italiani ed esteri. Al di là degli spunti e degli stimoli, è il rapporto umano il vero valore di questo tipo di iniziative. Ma è indubbio che le esperienze sperimentate all’estero rappresentano dei suggerimenti preziosi, da riportare e testare in Italia. “Il viaggio studio in Austria con Aicg è stato per me un’esperienza estremamente stimolante, che ha unito osservazione, confronto e ispirazione – spiega Mara Maschi, responsabile di Idea Verde Maschi di Cremona -. Abbiamo visitato realtà molto diverse tra loro: dai garden immersivi alle aziende produttrici più tecniche, dai concept store urbani ai parchi tematici. Questo mix ha reso evidente quanto il concetto di garden center possa essere interpretato in modi differenti, ma sempre coerenti con un’identità ben definita. Mi ha colpito soprattutto la capacità di progettare i garden come luoghi da vivere, non solo da visitare. In Austria l’esperienza del cliente è messa davvero al centro: ci si muove tra ambientazioni curate nei dettagli, angoli relax, percorsi tematici e spazi di relazione. La sensazione è quella di essere accolti, accompagnati e coinvolti. Molto interessante anche la cura della comunicazione visiva, con scaffali ordinati, grafiche chiare e coerenti, cartellonistica integrata e un uso intelligente di supporti digitali: QR code, video, pannelli narrativi. Sono spunti che mi piacerebbe portare nel nostro garden: non necessariamente in forma identica, ma adattandoli alla nostra realtà. Anche solo migliorare la coerenza degli allestimenti, rendere più intuitiva l’esperienza d’acquisto; o inserire uno spazio dove il cliente possa sedersi e fermarsi a respirare il verde, sono azioni che possono fare la differenza”.
“Il vero motivo per cui partecipo a queste iniziative con i miei colleghi è la possibilità di stringere rapporti, relazioni e conoscenze con imprenditore del mio settore – spiega Vittore Nicora, contitolare di Nicora Garden di Varese -. C’è sempre da imparare. Abbiamo visitato molti garden center con un target molto alto e un format davvero particolare. Mi ha colpito l’attenzione dedicata al verde da esterno: senza paura di proporre qualcosa di alternativo, di eccezionale, di fuori dal comune e mai visto. Vista la vastità dell’offerta, immagino vengano anche acquistate. Anche il cross selling sul prodotto da esterno è molto interessante, con vasi di alta qualità che valorizzano le piante. Inoltre mi ha colpito la tanta comunicazione tecnica sulle piante: segno di un cliente informato e che si informa da loro”.
“Quello che mi ha colpito di più nei garden center visitati – spiega Alberto Tonel, contitolare di Arena Vivai – è il coraggio di mettere le piante al centro del business. Questa scelta è osservabile per l’entità dell’offerta, il grado di qualità e i prezzi delle piante. Ma mi ha colpito molto anche la cura con cui sono state create vere e proprie ambientazioni vegetali. Le piante erano posizionate vicine tra loro per ricreare stimoli visivi e sensoriali simili a quelli di un giardino naturale. Questa disposizione mi è sembrata in grado di valorizzare ogni singola varietà e nello stesso tempo di permettere di immaginare come le piante potessero convivere e dialogare tra loro in uno spazio verde reale. Queste particolari disposizioni creavano un’esperienza immersiva e ispiratrice. Ho notato una particolare attenzione nel combinare la bellezza dei colori e delle texture delle diverse vegetazioni con l’uso di grandi vasi pregiati, scelti con cura per contenere e valorizzare le piante stesse. Questa fusione tra elemento vegetale e contenitore non era solo funzionale, ma diventava un vero e proprio elemento estetico, suggestivo e raffinato. I vasi, spesso dal design elegante o minimalista, erano in grado di esaltare i colori e le forme delle piante, trasformando ogni composizione in un focus interessante e piacevole. In Italia questa pratica è decisamente meno adottata: il più delle volte si guarda a queste disposizioni come poco pratiche, impegnative e poco gestibili con l’irrigazione”.




Le differenze con l’italia
Ma quali sono le differenze principali rispetto al mercato italiano?
“Sicuramente un livello di prezzi più alto – spiega Vittore Nicora -. Tante piante da esterno, poche stagionali, quasi niente orto e quasi niente piante da interno. Le fiorerie, dove c’erano, erano di alta qualità ma nella maggior parte dei casi erano assenti. Ho scoperto un eccezionale uso degli abbinamenti di colore: fiori, foglie, vasi, arredi, fino alle tinte delle pareti o dei cuscini erano spesso un piacere per gli occhi; la bellezza degli accostamenti e dei contrasti catturava l’attenzione e li faceva desiderare per sé”.
“La differenza che ho percepito rispetto al modello italiano riguarda la natura esperienziale degli spazi – spiega Alberto Tonel di Arena Vivai -: mi sono ritrovato spesso a guardarmi intorno con stupore, avvertendo un senso generale di benessere. Credo che la permanenza in questi punti vendita sia davvero piacevole. Molti garden italiani hanno fatto notevoli passi in avanti, ma la percezione è che nei negozi austriaci questo aspetto fosse già insito da molto tempo nel Dna aziendale. Inoltre ogni pianta, dalla più piccola alla più grande, riportava con cura il genere, la specie e la varietà. Una sensibilità alle diverse identità vegetali per dare valore alle peculiarità e alle caratteristiche specifiche di ogni pianta. Talvolta in Italia si vendono ancora dei malinconici “mix” riportati sulle etichette. Questo toglie dignità alle piante e ne limita il potenziale valore, anche economico.
“Rispetto alla media dei garden center italiani, ho percepito tre differenze principali – spiega Mara Maschi -: anzitutto l’estetica e la narrazione, in cui ogni elemento contribuisce a costruire un racconto. Non c’è solo il prodotto, ma una scenografia che lo valorizza e lo rende parte di un’esperienza più ampia. Poi l’integrazione tra funzioni: il verde dialoga con la ristorazione, con il tempo libero, con la cultura. Non esistono aree isolate o accessorie, ma tutto è pensato in modo fluido e coerente. Infine la specializzazione e l’efficienza: in alcune aziende, soprattutto produttive, abbiamo visto una logistica impeccabile, una digitalizzazione avanzata e un’organizzazione molto precisa, che permette di offrire un servizio di qualità anche online. Ovviamente non tutto è immediatamente replicabile: in Italia ci sono differenze di cultura, di normative e di spazi. Ma l’atteggiamento che mi porto a casa è quello di guardare il nostro lavoro con occhi nuovi, chiedendoci non solo cosa vendiamo, ma che tipo di esperienza stiamo offrendo”.