Le piante si possono vendere, meglio se italiane: l’invito di Aicg e Coldiretti

Stamattina abbiamo già chiarito che le piante si possono vendere ai consumatori, come precisato nella notte dal governo e anche oggi dal ministro Bellanova su Facebook.

È sicuramente una bella notizia perché permette di contrastare, seppur in modo molto limitato, le perdite che i florovivaisti, i garden center e tutti gli operatori della filiera hanno già sostenuto nel mese di febbraio e marzo e probabilmente dovranno ancora sostenere nei prossimi mesi. Che il settore necessiti di indennizzi è quindi fuor di dubbio e per molti motivi: non si tengono cerimonie funebri né matrimoni, i cimiteri sono inaccessibili, i ristoranti (compratori di fiori) sono chiusi, manutentori e giardinieri non possono lavorare e infine i consumatori non possono uscire dal proprio Comune e sono chiusi in casa sia per obbligo sia per la paura (giusta) di essere contagiati. La possibilità di vendere piante e fiori al pubblico in questo periodo rappresenta dunque una piccola goccia nel mare ed è facile prevedere in questi mesi perdite dell’85-90% rispetto agli anni scorsi.

Dire però, come stanno facendo in moltissimi per esempio a commento del post della Bellanova, che l’impegno del ministro e del governo per aiutare, seppur parzialmente, il settore sia figlio della volontà di azzerare gli indennizzi è una banale illazione che andrà dimostrata con i fatti e non è comprovata finora da nessun atto pubblico. Anzi governo, ministro ma anche alcune Regioni (qui per esempio la dichiarazione della Lombardia) hanno sempre ribadito che il florovivaismo italiano deve essere aiutato. Anziché lamentarsi, approfittiamo invece di questa opportunità, ottenuta anche grazie al lavoro delle tante associazioni che in queste settimane stanno lavorando su questo fronte a favore di tutti, per limitare i danni e guardare con fiducia al futuro.

Per quanto concerne in particolare i centri giardinaggio, i fioristi e tutti i dettaglianti, la conferma di questa notte ha sicuramente sgombrato il campo dai dubbi emersi negli ultimi giorni in merito alla possibilità di effettuare consegne a domicilio, che rappresenta un’ottima opportunità per i retailer. Previa naturalmente verifica che le singole Regioni non abbiano adottato regolamenti locali più restrittivi.

Le piante si possono vendere, meglio se italiane

In un clima di ottimismo e fiducia, è interessante segnalare gli inviti diramati oggi da parte di Aicg (Associazione Italiana Centri Giardinaggio) e di Coldiretti Puglia ad acquistare soprattutto piante italiane per sostenere la nostra imprenditoria. Riprendiamo di seguito i due interventi.

Il testo del comunicato di Aicg e il progetto PiantiAmo Italiano

Appare a tutti evidente la gravità della situazione in cui sta precipitando il nostro paese, in preda all’epidemia Covid-19, che sta mettendo in ginocchio il nostro settore e le nostre attività.
Con grande senso di responsabilità noi di Aicg siamo stati i primi a chiudere i cancelli dei nostri garden mettendo al primo posto la Salute Pubblica, la sicurezza dei nostri collaboratori e dei nostri clienti.
Dal 12 marzo il presidente e tutto il consiglio direttivo hanno continuato a lavorare incessantemente per dare delle risposte ai nostri soci.
Grazie in particolare al Mipaaf e ad Anve, oltre ad AgrInsieme, Cia, Confagricoltura e Coldiretti e a tutte le associazioni di categoria che hanno collaborato nelle diverse regioni, abbiamo ottenuto che le piante (tutte le piante) vengano considerate beni primari, come stabilito dal Decreto del governo del 21 Marzo (e successivo chiarimento del 26 marzo). Così facendo abbiamo ribadito ciò che diciamo da sempre: le piante e il verde hanno infinite funzioni benefiche sulla salute dei cittadini e sulla salute pubblica, pertanto sono un bene primario al pari delle altre produzioni agricole.
In questo momento più che mai la vendita delle piante nel mercato interno può e deve rappresentare un naturale sbocco commerciale della filiera florovivaistica italiana, di cui siamo il segmento terminale e parte integrante.
Naturalmente, come indicato dal Decreto del governo, la prima cosa da porre al centro della nostra azione imprenditoriale è la salute dei cittadini, nostra e dei nostri collaboratori. La scelta di riaprire al pubblico i centri giardinaggio rimane una facoltà del singolo imprenditore, che può farlo, in condizioni di massima sicurezza. La scelta può avvenire in accordo con le autorità locali, in funzione del bacino in cui ci si trova, con tutte le cautele necessarie in questa fase di emergenza.
Certamente resta da privilegiare la vendita online, tramite ordini telefonici o via mail, con consegna a domicilio.
L’invito ai cittadini è sempre quello di rimanere a casa, il più possibile.
Noi gardenisti cercheremo di andare incontro alle esigenze dei nostri clienti, di tutelare la salute di tutti i cittadini e di sostenere i produttori florovivaisti italiani, ormai vicini al collasso. Mai come oggi rilanciamo e diamo forza al nostro progetto PiantiAmo Italiano.
Anche grazie al nostro impegno, insieme ce la faremo! L’Italia è un grande paese, e lo dimostra ogni giorno con le sue eccellenze produttive, in primis con le produzioni florovivaistiche!

Coldiretti Puglia: stop a speculazioni export

Il comunicato di Coldiretti Puglia è molto lungo e lo potete trovare in forma integrale per ora solo sulla pagina Facebook ufficiale. Di seguito riprendiamo la parte dedicata all’invito a “consumare” verde italiano.

Lanciamo ora un appello alla grande distribuzione, ai mercati e a tutti i punti vendita aperti affinché promuovano la vendita di fiori e piante Made in Puglia perché fiore e piante tricolore aiutano a vincere la paura e portano felicità nelle case e nelle nostre vite. Invitiamo tutti cittadini ad adornare i balconi, le finestre, dando un segnale positivo al mondo, perché il fiore è il simbolo della resilienza e della voglia dei pugliesi di non farsi sopraffare dalla paura. (…)
Sul fronte dell’export proprio dall’Olanda stanno arrivando richieste di riduzione dei prezzi delle piante fino ad oltre il 40%. È inaccettabile che in questo momento di enorme difficoltà, ci sia chi pensa a speculare e a compromettere ulteriormente le sorti delle nostre aziende, approfittando della paralisi del commercio internazionale per l’emergenza coronavirus. Per questo abbiamo segnalato quanto sta accadendo sulla casella di posta elettronica attivata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale coronavirus.merci@esteri.it.
Con la scusa del coronavirus le esportazioni di fiori pugliesi, inoltre, vengono ingiustamente bloccate alle frontiere con motivazioni pretestuose e grave danno per le imprese tricolori mentre si moltiplicano i casi di carichi di prodotti florovivaistici fermati alle dogane dei Paesi vicini, Francia in primis, e messi in quarantena senza alcuna motivazione plausibile. Il coronavirus non si trasmette, infatti, con le piante e non c’è dunque alcun rischio nella loro immissione sul mercato. (…)
Nel pieno rispetto di tutte le disposizioni sulle restrizioni per contenere il contagio, i vivai continuano a lavorare per garantire la massima qualità di piante e fiori italiani e si stanno organizzando per fare consegne a domicilio, con contatti per telefono o mail, per consentire agli italiani di restare a casa senza rinunciare all’emozione di stare a contatto con la natura.

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