Myplant salta al 2022: un danno per il mercato florovivaistico italiano

Myplant salta anche l’edizione 2021 e slitta direttamente al febbraio 2022, in date ancora da definirsi. Gli organizzatori commentano però con soddisfazione gli ultimi dati ufficiali della produzione florovivaistica italiana fotografati dal Mipaaf.

Un’altra brutta notizia per Myplant & Garden, l’appuntamento fieristico che si è riuscito affermare in questi anni come il più importante momento di incontro del mercato florovivaistico: dopo il mancato svolgimento nel 2020 (ricordiamo che è stato tra i primissimi eventi a saltare, a fine febbraio, a causa dell’inizio della pandemia) anche l’edizione 2021 non si svolgerà ed è stata rimandata a febbraio 2022.

“La modifica del calendario – spiegano dagli uffici di Myplant – è stata necessaria e quanto più possibile condivisa coi nostri partner. Durante il 2021 cercheremo comunque di dare visibilità ai nostri espositori tramite la webzine Myplantonline.com, l’organizzazione di incontri online e in tutte le occasioni in cui ci sarà permesso di lavorare sul territorio. L’impegno rimane comunque quello di realizzare un grande appuntamento fieristico per confermare una leadership riconosciuta a livello internazionale, mantenendo gli elevati standard qualitativi e quantitativi dell’esposizione, dei visitatori e di tutte le partnership coinvolte”.

Myplant salta al 2022: l’appello al Governo

Myplant & Garden fa ora appello perché l’esistenza stessa del comparto fieristico, privato e pubblico, diventi una priorità per il Governo.

Secondo i dati Aefi presentati ai Ministeri competenti, 200.000 imprese scelgono ogni anno le fiere italiane quale asset strategico di crescita e sviluppo. Fiere italiane che generano un indotto che supera i 60 miliardi di euro e determinano la metà dell’export tricolore nel mondo.

“Chiediamo che il sistema-fiere venga considerato in proporzione al suo peso e al valore generato – si legge nel comunicato diffuso da Myplant -: è e rimarrà uno strumento fondamentale per presidiare e diffondere il Made in Italy nel mondo. Oltre a un indelebile danno di immagine, il lasciare senza supporto le realtà organizzative significa rovinare un volano fondamentale dell’economia italiana”.

Oltre 2,7 miliardi di euro per la produzione florovivaistica italiana nel 2019

Nel 2019 il valore della produzione florovivaistica italiana ha superato i 2,7 miliardi di euro. Dopo la contrazione subita dall’intero comparto per un decennio, per il terzo anno consecutivo i dati fotografano la crescita del comparto: +160 milioni di valore sul 2018, + 176 sul 2017.

La produzione ha registrato un solido aumento del 5,8%: incremento per le piante in vaso (+8,9%) e il vivaismo (+3,3%), mentre canne e vimini – residuali nel computo del settore – hanno continuato a registrare un sensibile calo.

Con le quote di produzione di vasi, sementi, terricci e substrati, si superano agevolmente i 3 miliardi euro di valore complessivo registrati nel 2018.

Sono circa 24.000 le aziende produttrici di piante ornamentali censite dall’Istat (15.000 delle quali coltivano fiori e piante in vaso e 8.000 sono vivai), concentrate soprattutto in 4 regioni: Liguria, che ha il primato delle aziende che coltivano fiori in piena aria; Toscana e Lombardia, dove sono presenti le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali; Campania, dove le aziende sono specializzate soprattutto nella coltivazione di fiori in coltura protetta.

Myplant salta al 2022: un danno per il mercato florovivaistico italiano

Record su record per l’export

“In quanto grande piazza internazionale degli affari del verde – affermano da Myplant – registriamo con soddisfazione che l’export, centrale per lo sviluppo del settore, ha ritoccato il record storico del 2018 (884 milioni di euro), raggiungendo quota 903 milioni di euro. I nostri prodotti sono apprezzati principalmente in Francia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Regno Unito. Il trend positivo dell’export si traduce in un saldo attivo di 371 milioni di euro nella bilancia commerciale (306 nel 2018), coi riscontri più positivi per piante da esterno, talee e fronde fresche recise”.

Gli acquisti di prodotti florovivaistici provengono prevalentemente dai Paesi Bassi (71%), che rappresentano nel commercio mondiale lo snodo più importante soprattutto dei fiori recisi; altri importanti mercati di approvvigionamento sono Germania, Spagna e Polonia. In base ai dati ministeriali, tra le regioni del Belpaese che hanno il maggior valore produttivo nel settore spiccano per il vivaismo Toscana, Lombardia e Sicilia, rispettivamente ai primi tre posti della classifica. Per il mercato di piante e fiori, medaglia d’oro alla Liguria, seguita da Sicilia e Campania.

Il Covid-19, la fiera e la produzione florovivaistica italiana

Il mancato svolgimento di Myplant nel 2020 – e non solo – e il blocco dei tradizionali canali di vendita italiani e comunitari nei mesi della primavera, nonché la sospensione delle cerimonie civili e religiose, hanno colpito duramente l’intero comparto, con accenti particolarmente negativi per i prodotti caratterizzati da una marcata stagionalità quali fiori recisi, piante vive e bulbi.

Il comparto dei fiori recisi – prodotti altamente deperibili che si basano su un ciclo naturale vegetale – è quello che ha maggiormente risentito della pandemia, mandando al macero circa il 60% delle produzioni.

Il florovivaismo non è oggetto diretto del sostegno della Pac e non ha mai usufruito di ammortizzatori né supporti in situazioni di crisi. Le politiche dei ristori, inoltre, non hanno attutito il colpo. Nella sola Italia, il danno delle filiere afferenti è stato stimato in 1,7 miliardi.

www.myplantgarden.com

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