Machieraldo: il 2021 e le importazioni

Emanuele Indelicato e Mauro Regis, product manager del grossista piemontese Machieraldo, analizzano l’attuale complessa situazione relativa alle importazioni: mancanza dei container, aumento dei prezzi delle materie prime, reperibilità della merce.

Tra giugno e luglio dell’anno scorso in Ita­lia, come del resto in tutta Europa, era praticamente im­possibile trovare una piscina fuori terra nei canali tradizionali e onli­ne. Le difficoltà nelle importazioni avevano reso le piscine una merce rara e richiestissima e oggi l’iden­tico problema rischia di riproporsi con altri prodotti, a causa delle enormi difficoltà che stanno riscon­trando gli importatori europei con il Far East.
Per saperne di più, abbiamo raccol­to il parere di Emanuele Indelicato e Mauro Regis, product manager del grossista piemontese Machie­raldo.

GreenRetail: Le importazioni dalla Cina sono estremamente rallentate dal noto problema della mancanza di container. Quanto sta influendo sul vostro lavoro?

Mauro Regis: Le importazioni da tut­to l’Estremo Oriente, non solo dalla Cina, sono diventate estremamente problematiche per molteplici motivi.
Tra questi, i principali sono la pro­duzione ridotta a causa dell’adegua­mento alle normative Covid interne, la reperibilità delle materie prime legata all’aumento esponenziale dei prezzi e quella dei container vuoti nei porti orientali.
Da tempo stiamo cercando di indi­viduare le possibili future carenze e reperire con largo anticipo i prodot­ti, ma la situazione non sempre ce lo consente.

GreenRetail: Qual è la situazione attua­le con cui siete costretti a convivere?

Emanuele Indelicato: Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da notevoli rincari e ancor più notevoli ritardi su tutta la filiera distributiva.
Aziendalmente abbiamo sfruttato in maniera importante tutti gli spazi disponibili, incrementando il ma­gazzino al fine di creare una sorta di cuscinetto che ci permettesse di tamponare le rotture di stock dei fornitori; è però innegabile che su tanti articoli, soprattutto di prove­nienza Far East, i disservizi siano stati non indifferenti. Ho il timore, inoltre, che nei prossimi mesi la si­tuazione potrà anche peggiorare.

GreenRetail: Nel nostro comparto le importazioni vivono anche di stagio­nalità: quanto è a rischio la stagione estiva con i problemi di rifornimento dei negozi? Siamo già in ritardo?

Mauro Regis: Purtroppo è proprio così. Le importazioni pesano molto sulla stagionalità a cui stiamo an­dando incontro e il rischio di avere dei vuoti di prodotto è altissimo. Una situazione simile l’abbiamo già vissuta l’anno scorso con le pisci­ne fuori terra, e quest’anno proba­bilmente ci ritroveremo davanti allo stesso problema, magari con altri articoli: ci siamo attrezzati, abbia­mo cercato di anticipare e prov­vedere al possibile problema, ma sicuramente qualche merceologia subirà un iter simile a quello delle piscine del 2020.

GreenRetail: Materie prime: c’è un pro­blema alla base, penso ad esempio alla plastica, che crea ulteriori ral­lentamenti nell’approvvigionamento?

Emanuele Indelicato: Molti forni­tori hanno avuto, e stanno avendo tutt’ora, forti difficoltà nel recupe­rare le materie prime necessarie all’attività produttiva.
Purtroppo è una situazione comune a più materiali, non solo alla plasti­ca, e questa difficoltà di approvvi­gionamento porta alla conseguente carenza di prodotto che colpisce a cascata tutti gli operatori interes­sati.

GreenRetail: Il problema attuale dell’E­stremo Oriente può essere in parte risolto importando da altre zone (ad esempio Est Europa)?

Mauro Regis: L’Est Europa è un’al­ternativa valida per quanto riguarda siderurgia e derivati, ma non copre l’intero panorama di esigenze che, invece, i paesi asiatici soddisfano nella totalità. In ogni caso, l’Italia e tutta l’area Cee possono sicura­mente offrire molto.

GreenRetail: L’attuale situazione di emer­genza può in qualche modo favorire una “riscoperta” del made in Italy?

Emanuele Indelicato: Determina­ti settori avranno un beneficio da questa situazione, la carenza di prodotti provenienti dall’est agevo­lerà senz’altro lo “switch” su arti­coli nostrani, è però innegabile che molti altri settori patiranno il vincolo delle importazioni creatosi nel tem­po. Per fare un esempio noto a tutti, basti pensare al caos scoppiato lo scorso anno per le mascherine.
A mio avviso le produzioni italiane hanno l’opportunità di guadagnare quote di mercato sempre più im­portanti, è il momento giusto per provare a raggiungere una posizione di merito piuttosto che di mera ne­cessità.
Una volta tornati alla normalità, considerato soprattutto che abbia­mo la “memoria corta”, il lavoro fatto in questi mesi consentirebbe alle aziende di emergere e non finire nuovamente nella bagarre di prezzo che, inevitabilmente, ci ha portato a esportare molte attività, arrivando poi a dipendere da terzi.

www.machieraldo.it

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