Green Pass per entrare nei negozi: cosa cambia per i centri giardinaggio

Da febbraio sarà necessario il green pass per entrare nei negozi, compresi garden center e molti negozi specializzati nel giardinaggio. Cosa dice il Dpcm del 21 gennaio.

Green Pass per entrare nei negozi: cosa cambia dall’1 febbraio

Dall’1 febbraio tutti gli esercizi commerciali al chiuso hanno l’obbligo di richiedere il green pass ai clienti. Lo spiega il Dpcm del 21 gennaio scorso che precisa gli ambiti e le attività commerciali esentate dall’obbligo di controllare il green pass degli avventori. Vengono tutelate le esigenze “alimentari e di prima necessità”, di salute (farmacie, ospedali, veterinari, ecc.), di sicurezza (caserme, polizia, ecc.) e di giustizia (tribunali, uffici giudiziali, ecc.) ma sarà necessaria la certificazione verde per accedere in tutte le altre attività, come tabaccherie, banche e uffici postali.

L’Allegato al Dpcm esenta infatti dall’obbligo le seguenti attività:

“1. commercio al dettaglio in esercizi specializzati e non specializzati di prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari), escluso in ogni caso il consumo sul posto.
2. Commercio al dettaglio di prodotti surgelati
3. Commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati.
4. Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati.
5. Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari.
6. Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati (farmacie, parafarmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica)
7. Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati.
8. Commercio al dettaglio di materiale per ottica.
9. Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento”.

Rispetto alla selezione adottata nel 2020, quando piante e fiori rientrarono tra i prodotti di prima necessità insieme ai tabacchi e ai giornali, appare evidente che il nuovo Dpcm abbia stretto le maglie. Di fronte all’inasprimento della pandemia meglio aumentare gli strumenti di controllo rispetto a una nuova ondata di chiusure generalizzate.

Cosa cambia per i commercianti

Le misure entrano in vigore dall’1 febbraio fino alla fine dello stato di emergenza, quindi il 31 marzo.

Per gli imprenditori che non applicano i controlli sono previste sanzioni da 400 a 1.000 euro, fino alla chiusura dell’esercizio fino a 30 giorni (art. 4 del Dl 19/2020 convertito in legge 35/2020). La reiterata violazione comporta il raddoppio della sanzione e i provvedimenti di chiusura.

In pratica i negozi dovranno attrezzarsi per il controllo del green pass attraverso un addetto o i sistemi di verifica automatizzati previsti dalle normative (link).

Sicuramente rappresenta un ostacolo importante per molte attività, specialmente per i centri giardinaggio che non hanno afflussi costanti di pubblico. Certamente è un ulteriore costo in momento non particolarmente florido, a causa degli aumenti dell’energia e dell’inflazione.

Ne trarrà vantaggio la grande distribuzione, non coinvolta da questa misura (neanche gli iper) e libera di vendere “qualsiasi tipo di merce, anche se non legata al soddisfacimento delle esigenze essenziali e primarie individuate”: lo precisa una Faq della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Le reazioni dei commercianti

La presenza nell’offerta merceologica dei centri giardinaggio di alcune referenze “primarie”, come il pet food, gli animali vivi e i prodotti per il riscaldamento, non sembra esentarli dall’obbligo di controllare il green pass. Il punto 4 precisa “commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati, quasi a escludere i negozi non direttamente specializzati nel pet.

Va anche detto che i garden center, per loro natura, hanno spesso ampie strutture ventilate e molti motivi di interesse anche nei vivai esterni: sono probabilmente il punto vendita più sicuro proprio per la tipicità dei prodotti che offre.

Ha una posizione dura invece Assofermet Ferramenta che pur comprendendo lo spirito del provvedimento chiede il reintegro dei negozi di ferramenta tra le priorità. In un comunicato ufficiale spiega: “Premessa la ratio indiscutibilmente condivisa, Assofermet Ferramenta esprime il proprio disappunto per la non inclusione dei negozi al dettaglio di ferramenta tra le attività commerciali escluse dall’obbligo di esibizione del Green Pass da parte del DPCM 21 gennaio 2022. Nel ricordare che gli esercizi di vendita al dettaglio di articoli di ferramenta adempiono alle prime esigenze essenziali della collettività, ci dispiace sottolineare che tali esercizi siano esclusi dalla possibilità di accesso libero e incondizionato da parte della clientela. Auspichiamo che il Governo, attraverso le sue cosiddette Faq, possa presto rimediare a quanto statuito col richiamato Dpcm e dare la possibilità anche a queste attività commerciali, duramente colpite dall’emergenza sanitaria, di poter esplicare la propria missione al servizio della clientela nei casi in cui abbia luogo anche la vendita di articoli/prodotti rientranti nell’allegato del citato Dpcm”.

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