Brico-garden in Spagna: le vendite tornano ai livelli del 2019

Secondo i dati Aecoc (l’associazione spagnola dei produttori e distributori), il fatturato dei distributori di brico-garden in Spagna a maggio 2020 è sceso del 2,96% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il che rappresenta una forte ripresa rispetto alle diminuzioni del 9,3% del primo trimestre e soprattutto rispetto al -75,4% di aprile, quando i negozi sono stati chiusi per tutto il mese.

Le grandi superfici che vendono brico-garden in Spagna sono state quelle che hanno registrato le migliori prestazioni, passando da un calo dell’81,4% ad aprile a una riduzione dello 0,6% del fatturato nel mese di maggio. Da parte loro, i negozi tradizionali hanno ridotto il loro fatturato del 49,6% ad aprile e minimizzato le perdite a maggio (-3,3%). Oltre al buon funzionamento del canale online, i cambiamenti nelle abitudini di consumo hanno favorito i buoni dati per il mese di maggio. La necessità di limitare le uscite ha inoltre fatto aumentare lo scontrino medio.

“Dall’inizio della riapertura dei negozi, la categoria garden ha mostrato una crescita a tre cifre – ha spiegato Alejandro Lozano, capo dell’area ferramenta e Diy di Aecoc -, in parte perché la sua campagna inizia di solito a marzo e il consumatore ha dovuto rimandare i suoi acquisti, ma anche il resto delle famiglie di prodotti registra aumenti in doppia cifra, che stanno portando il settore a record storici di fatturazione. La previsione è che le vendite rimarranno molto alte fino a luglio e che ad agosto la situazione si normalizzerà”. Tuttavia c’è cautezza sulle previsioni per la seconda metà dell’anno: “Dobbiamo tener conto delle conseguenze della crisi – ha proseguito Alejandro Lozano -: come sarà influenzato il tessuto imprenditoriale, quali saranno gli effetti della perdita di posti di lavoro dopo l’estate e come questo avrà un impatto sull’economia domestica e la fiducia dei consumatori sarà una delle chiavi che segneranno la seconda metà del 2020. Nel canale professionale, la crisi è stata meno pesante perché i contratti di lavori e riforme sono stati firmati da prima dell’inizio del lockdown. La domanda è: quale sarà la prospettiva una volta terminate le attività che sono in corso oggi?”.

Tra le poche certezze che il settore avrà per il futuro c’è il ruolo crescente che il canale online svolgerà nelle sue vendite, che prima del lockdown rappresentavano tra il 6% e il 10% e che nel mese di marzo ha raggiunto circa l’80% del fatturato totale. “La crisi – ha concluso Alejandro Lozano – ha agito da catalizzatore per la digitalizzazione di un settore ancora fortemente tradizionale. Le previsioni indicano che il canale online acquisirà un grande peso rispetto alle quote di mercato pre Covid e che molte delle tendenze adottate durante la crisi si consolideranno”.

www.aecoc.es

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