Macchine per il verde: buon primo trimestre nonostante un calo “fisiologico”

Nonostante la crisi, il mercato italiano delle macchine per il verde si conferma su buoni livelli anche nel primo trimestre del 2022. Dopo aver archiviato il 2021 con un incremento del 14% (1,66 milioni di pezzi venduti), nei primi tre mesi del 2022 il settore, come era prevedibile, ha registrato un calo del 7,4% rispetto alle vendite in volumi realizzate nello stesso periodo del 2021.

Lo spiegano i dati del gruppo di rilevamento statistico Morgan promosso dell’associazione dei costruttori Comagarden in seno a Federunacoma. Un passivo che Comagarden reputa “fisiologico” a fronte dell’imponente e anomalo incremento (+39,4%) registrato nel primo trimestre del 2021.

“Esaminando i dati del primo trimestre 2022 si notano flessioni lievi per le principali ti­pologie di macchine per il verde – ha spiegato Federica Tugnoli, segretario operativo di Comagarden, nel corso di una conferenza stampa organizzata a Foggia il 16 maggio -; come i decespugliatori che perdono appena 2,7 punti percentuali sull’anno precedente, le motoseghe che perdono il 5,4% e i rasaerba che calano dell’8,1%. I soffiatori/aspiratori segnano invece un calo dell’11,1%, le tagliasiepi un calo del 17,1% e i trattorini del 13,1%, un passivo quest’ul­timo di poco superiore a quello registrato per i trimmer (-11,9%). Fra le tipologie di mezzi che evidenziano cali più consistenti si segnalano gli atomizzatori/irroratori (-29,3%) e gli spazzaneve (-22,3%), mentre in controtendenza risultano le forbici da prato, che cresco­no del 27,8%, le potatrici ad asta (+13,2%) e gli zero turn professionali (+8,5%)”.

Macchine per il verde
In foto, da sinistra: Simona Rapastella, direttore generale di Federunacoma e Federica Tugnoli, segretario operativo di Comagarden.

Le macchine con propulsione a batteria confermano il buon andamento degli ultimi anni e anche nel primo trimestre 2022 mostrano una dinamica positiva: trimmer, potatrici ad asta, motoseghe, decespugliatori e forbici da prato a batteria hanno registrato incrementi compresi fra l’11 e il 28%.

“La stagione è stata anomala in quanto ha visto il prolungarsi del freddo anche nelle prime settimane di primavera – ha proseguito Federica Tugnoli – e continua a esserlo a causa della mancanza di precipitazioni piovose. La combinazione dei due fattori produce un rallentamento dell’attività vegetativa delle piante e quindi un ritardo nelle operazioni di manutenzione che si riflette sull’acquisto di macchinari specifici”. Non dimentichiamo che anche il rallentamento della produzione, dovuto alla carenza di materie plastiche e ferrose per la fabbricazione delle macchine e all’aumento imponente del costo dell’energia, ha comportato un ritardo nei tempi di consegna e l’esaurimento degli stock per alcune macchine.

“Il rischio – ha concluso Federica Tugnoli – è che il lievitare dei costi di produzione comporti un aumento dei listini; un fattore che può scoraggiare soprattutto il pubblico dei privati e degli hobbisti, che in epoca di lockdown aveva riscoperto la cura del verde e che potrebbe in parte rivolgersi verso nuovi poli d’interesse”.

Le previsioni per fine anno di Comagarden non sono ottimistiche e indicano un calo previsto del 5,4% pari a circa 1,57 milioni di macchine per il verde vendute. Anche in flessione, va ricordato che si tratta di un quantitativo maggiore rispetto a quello del 2020 e degli anni precedenti.

www.comagarden.it

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