Tornano a crescere le vendite di agrofarmaci

Nel 2019 le vendite di agrofarmaci per uso hobbistico sono tornate a crescere, grazie anche a una maggiore chiarezza normativa. Il Covid-19 rischia però di vanificare questi risultati, anche se molte imprese del settore sono ottimiste. Ecco cosa ci hanno risposto.

Nel 2019 le vendite di agrofarmaci per uso non professionale (detti Unp) hanno registrato un tasso positivo rispetto al 2018, riportandosi ai livelli del 2017. Possiamo così stimare un mercato da 29 milioni di euro a prezzi di fabbrica, pari a un giro d’affari totale con prezzi al consumo di circa 50,5 milioni di euro, con una crescita del 5% rispetto al 2018. Crescono soprattutto i prodotti biologici, che sono passati da un’incidenza sui consumi totali del 20% del 2018 al 25% del 2019.
Una parte del merito di questa crescita del 2019 è attribuibile a una maggiore chiarezza normativa, dopo un 2018 danneggiato dai ritardi nelle autorizzazioni ministeriali e dai dubbi legati al futuro di questo mercato, che hanno senza dubbio ridotto gli acquisti dei rivenditori.

“Dopo un 2018 di ulteriore calo, nel 2019 – seppur la stagione non sia stata meravigliosa – i PFnP sono tornati a crescere per una temporanea chiarezza regolatoria – spiega Nunzia Guerra, marketing manager di Compo Italia -. Il 2018 è stato segnato dai ritardi nelle autorizzazioni dei PFnP e dall’incertezza dell’etichetta con cui questi prodotti potevano essere venduti, fattori che hanno rallentato le produzioni e reso insicuri i rivenditori; per fortuna nel corso del 2019 tali difficoltà si sono temporaneamente risolte. Ovviamente tali incertezze hanno dato una spinta al settore emergente dei prodotti per la difesa delle piante che non prevedono un’autorizzazione da parte del Ministero della Salute, come i corroboranti e le sostanze di base”.

Una tendenza confermata anche dalle altre imprese del settore che abbiamo intervistato.

“Il 2019 è stato un ottimo anno per gli agrofarmaci, che hanno registrato un’ottima performance – conferma Massimo Chelini, direttore commerciale di Ital-Agro -; questo dato va interpretato con due chiavi di lettura: una è che il 2019 è stata un’ottima annata per i consumi, l’altra è che i clienti avevano diminuito di molto i loro stock a causa dell’iter burocratico di approvazione delle etichette Unp che aveva impedito la consegna di molti prodotti a causa dei ritardi del Ministero nella pubblicazione delle etichette. Per esempio Ital-Agro ha avuto rotture di stock sia nel secondo semestre 2018 sia nel primo trimestre 2019: nonostante ciò abbiamo chiuso un’ottima annata con crescite a due cifre”.

“Il mercato nel 2019 è cresciuto perché il 2018 è stato un anno di forte calo a causa del passaggio dei prodotti fitosanitari PFnPE e PFnPO al periodo transitorio di 24 mesi dei prodotti – afferma Michela Zambotto, business manager Italia di Zapi -. La limitazione delle taglie, i ritardi nella pubblicazione delle etichette a primavera, la revoca di prodotti hanno portato a un calo generalizzato del mercato. Nel 2019 la stabilità normativa ha contribuito a dare fiducia al settore e a riportarlo ai livelli del 2017. La tendenza emersa negli ultimi due anni, a causa dell’incertezza della sopravvivenza dei fitosanitari, è legata ai prodotti corroboranti e sostanze di base di origine naturale impiegati per aumentare le difese delle piante e/o contrastare i parassiti e le malattie che non richiedono registrazioni”.

“Come consumi, il 2019 è stato nel complesso altalenante ma alla fine positivo – spiega Ferdinando Quarantelli, country head di Sbm Life Science Italia -. Come ormai da anni è fortemente influenzato dalla questione Unp. Grazie al lancio di importanti novità siamo riusciti a supportare un mercato che altrimenti sarebbe stato asfittico a causa delle numerose registrazioni morte”.

“Nell’anno 2019, considerando le vendite di agrofarmaci per uso non professionale (Unp), leggiamo una corsa all’approvvigionamento da parte del trade dovuta, come sappiamo, all’incertezza normativa scaturita dal decreto – conferma anche Antonio Scopazzo, home & garden manager di Copyr -. Anche l’anno scorso la stagione è partita in ritardo a causa del maltempo e, a nostro avviso, si sono riconfermati i trend del bio, del green e dei prodotti a basso impatto ambientale”.

“Il mercato degli agrofarmaci – afferma Giuseppina Corsetti, responsabile marketing Plant Care di Blumen Group – pur con il rallentamento imputabile a un andamento flessibile dei consumi dovuto a un cambio normativo poco chiaro e soprattutto ad un andamento altalenante del clima, trae un nuovo impulso dai prodotti ideati per contesti i urbani, terrazze e balconi”.

“Dopo un buon inizio di campagna, purtroppo l’andamento climatico di buona parte di aprile e dell’intero mese di maggio ha influenzato negativamente il trend delle vendite di agrofarmaci – spiega Lorenzo Cassinelli, responsabile vendite Italia di Sdd Sementi Dotto -. Ciò nonostante, come Sdd ci riteniamo particolarmente soddisfatti delle vendite che ha conseguito la linea BioVentis, sempre più apprezzata dai distributori per la sua completezza, efficacia, la libera vendita, l’essere ammessa in agricoltura biologica, con nessun intervallo di sicurezza e dosaggi ben indicati sul fronte confezione. Questi plus sono sempre più compresi dalla distribuzione sia tradizionale che moderna e questo ci porta ad acquisire nuova clientela”.

Vendite di agrofarmaci: i limiti normativi e le aspettative del settore

Come è facilmente intuibile dalle risposte delle imprese del settore, quello degli agrofarmaci per uso non professionale è un comparto che negli ultimi anni in Italia è stato fortemente danneggiato da una normativa anacronistica, tra le più severe d’Europa, e che prevedeva il divieto della quasi totalità degli agrofarmaci per hobbisti entro il 2 maggio 2020. Una prospettiva che, ovviamente, non ha certo incentivato i rivenditori specializzati ad approvvigionarsi di scorte.
Ma uno spiraglio c’è. Sul finire del 2019, grazie all’impegno delle associazioni di categoria, in particolare Agrofarma-Federchimica e Promogiardinaggio, il mercato ha ottenuto una proroga di 18 mesi fi no al novembre 2021; una proroga concessa per avere il tempo necessario per modificare i criteri di esclusione dei prodotti (detti cut-off criteria) contenuti nell’allegato tecnico del Dm 33 del 2018 del Ministero della Salute.
Anche in questo caso, per fornire ai rivenditori specializzati degli strumenti di analisi, abbiamo chiesto alle imprese del settore quali sono le loro aspettative su questo fronte.

“La proroga rappresenta un momento importante poiché è nei fatti un riconoscimento delle ragioni delle nostre richieste, infatti non esiste alcuna evidenza della pericolosità dei nostri prodotti che, se utilizzati come indicato in etichetta, non presentano rischi particolari – spiega Ferdinando Quarantelli di Sbm Life Science Italia -. La protezione rappresenta di per sé un atto positivo verso le nostre piante: insomma siamo convinti che la ragione è dalla nostra parte e quindi porteremo avanti le nostre idee certi che saranno ascoltate e correttamente valutate”.

“Le nostre aspettative sono notevoli – dichiara Mario Di Leva, country manager di Copyr -, perché sappiamo che il lavoro generato fino alla proroga dello scorso dicembre è solo l’inizio di questo percorso che deve portarci a far rivedere i cut-off criteria. Confidiamo che il lavoro che verrà prodotto nei prossimi mesi sarà di rilevante qualità e ci permetterà di supportare in sede ministeriale i cambi che auspichiamo”.

“Stiamo cercando attraverso le associazioni di categoria Promogiardinaggio e Agrofarma di persuadere il Ministero riguardo la necessità di cambiare l’allegato tecnico del decreto 33 rivedendo i principali cut-off criteria – conferma Michela Zambotto di Zapi -. Siamo fiduciosi che otterremo dei risultati”.

“La richiesta di proroga era motivata dall’intenzione di ridiscutere con il Ministero competente i criteri di autorizzazione dei nuovi prodotti Unp – spiega Nunzia Guerra di Compo Italia -. Ovviamente il Ministero della Salute è stato impegnato a fronteggiare l’emergenza sanitaria e non ha potuto iniziare la rivalutazione. Ci auguriamo che non appena la situazione si sarà ristabilita, il Ministero trovi il tempo di avviare un dialogo sul tema e trovi il modo di rimediare allo stop dei lavori accelerando l’iter di discussione e fornendo i tempi di implementazione alle aziende oppure si adoperi per procrastinare ulteriormente la data di scadenza di tali prodotti”.

“Siamo ancora impossibilitati a fare previsioni – afferma Massimo Chelini di Ital-Agro -; attraverso le associazioni di categoria, Promogiardinaggio e Agrofarmain particolare, siamo riusciti ad avere una proroga di 18 mesi, ma sarà inutile se non verrà modificato il famigerato allegato che, con le sue limitazioni, impedisce praticamente di avere prodotti efficaci per la difesa delle piante. In ogni caso tutti assieme stiamo lavorando per ottenere quelle modifiche che ci consentirebbero di far rimanere sul mercato quei prodotti indispensabili agli appassionati del verde a curare le proprie piante; al Ministero si è costituito un tavolo di lavoro per discutere le proposte di modifica dell’allegato avanzate dalle associazioni”.

“Riteniamo e ci auspichiamo che la proroga abbia tra i principali obiettivi proprio quello di rivedere i criteri dei cut-off – spiega Lorenzo Cassinelli di Sdd Sementi Dotto -, ma siamo altrettanto convinti che si andrà sempre più verso prodotti a basso impatto, biologici e sostenibili sia per l’ambiente che per la salute dell’uomo e la salubrità dei prodotti trattati. La linea BioVentis è stata tra le prime a essere introdotte in Italia già cinque anni fa quando ancora non si sapeva nulla del Dm 33/2018 proprio perché avvertimmo che le esigenze dei consumatori stavano mutando velocemente e questa intuizione ci sta ripagando anno dopo anno”.

Eredità positive e negative del Covid-19

Non potevamo chiudere questa inchiesta senza interrogare le imprese sulle conseguenze del lockdown causato dall’emergenza sanitaria e sulle aspettative per la chiusura del 2020. Perché è vero che la chiusura dei negozi e la limitata mobilità dei consumatori hanno sicuramente impattato negativamente sulle vendite, ma è altrettanto indubbio che molti italiani hanno reagito alla “clausura” scoprendo l’utilità e il piacere di coltivare in giardino o sul terrazzo. Come si sono organizzate le imprese durante il lockdown e come prevedono si chiuderà il 2020? Ecco le loro risposte.

“Gli ultimi mesi hanno mostrato un trend positivo per quanto riguarda l’interesse per la creazione e il mantenimento di aree verdi – spiega Giuseppina Corsetti di Blumen Group -; l’emergenza Covid-19 ha contraddistinto ogni aspetto – non solo economico – della nostra società. La cura di un giardino, di un orto o di semplici piante ornamentali in vaso ha rappresentato per molti un modo per rifugiarsi all’interno del proprio ambiente domestico coinvolgendo tutti gli elementi del nucleo famigliare in fase di limitazione/cambiamento della quotidianità. Durante il lockdown noi abbiamo valutato tutte le opportunità che potevano nascere da questa crisi senza precedenti, forse la più grave dal dopoguerra. Siamo andati avanti per limitare il più possibile i danni, con lo sguardo verso il futuro per sfruttare tutte le nuove opportunità. Abbiamo assistito al boom dell’e-commerce, che è passato da una funzione legata spesso alla convenience a una funzione sociale che ha coinvolto anche i rivenditori che si sono organizzati per soddisfare questa nuova modalità. Questi cambiamenti non torneranno al passato: ci sarà un nuovo equilibrio e avremo consumatori che daranno sempre più rilevanza al luogo in cui vivono. Nella nuova realtà avremo persone che passeranno più tempo a casa, il nostro modo di vivere è cambiato in poco tempo”.

“In questa annata a dir poco anomala, il canale delle rivendite agrarie è quello che sta conseguendo i migliori risultati in quanto sono quasi sempre rimaste aperte durante il lockdown e avvantaggiate dalla ridotta mobilità dei consumatori che potevano effettuare gli acquisti solo nel proprio comune di residenza – afferma Lorenzo Cassinelli di Sdd Sementi Dotto -. Viceversa, i canali dei garden center e dei Diy hanno sofferto a causa della chiusura e/o delle limitazioni alle categorie merceologiche da loro vendibili proprio nei mesi dove si concentrano maggiormente le vendite di questi prodotti. Sdd, in ottemperanza ai Dpcm, ha sempre continuato a produrre e a distribuire su tutto il territorio italiano. Il mese di maggio è stato per tutto il mercato ricco di soddisfazioni con una netta e marcata ripresa del canale garden center e Diy. Il canale lamenta difficoltà di approvvigionamento da parte di quelle aziende che non producono in Italia e questo aspetto ci sta avvantaggiando in quanto siamo fieri del nostro sito produttivo made in Italy. Riteniamo che anche nel secondo semestre 2020 sarà maggiore la propensione del consumatore a prendersi con costanza cura del giardino, del balcone e dell’orto per effetto di una minor durata e/o annullamento delle vacanze estive e pertanto il mercato dovrebbe raggiungere almeno i valori dello scorso anno. Per quanto ci riguarda, contiamo di chiudere il 2020 con un incremento a doppia cifra”.

“Questo nuovo scenario, che è andato a configurarsi nel primo semestre del 2020, ha impattato straordinariamente sulla nostra realtà aziendale, ma grazie a partner e collaboratori di fiducia siamo riusciti a sostenere i punti vendita sul territorio, che sono i soggetti che più hanno risentito, e da subito, delle conseguenze dovute alle misure restrittive adottate dalle autorità in periodo di lockdown – afferma Nicole Mascioli, marketing & trade marketing specialist di Copyr -. Abbiamo cercato di garantire i nostri servizi e la fornitura dei prodotti a tutti i nostri clienti, sostenendoli in questo periodo straordinario. Le armi del digitale a loro e nostra disposizione hanno incominciato a essere sperimentate e messe in atto: siamo consapevoli delle sfide che ancora ci attendono entro la fine del 2020 e confidiamo che sia un anno recuperabile. Siamo anche fiduciosi che la riscoperta della cura del verde in periodo di lockdown sia un’attività che gli italiani proseguiranno con entusiasmo anche nei prossimi mesi. Crediamo che l’intero comparto possa riprendersi e giocare le carte a propria disposizione, sostenuto dalle azioni messe in atto dagli enti deputati, dalla grande reattività degli attori della filiera e dalle iniziative delle categorie di settore”.

“Il 2020 si presenta con tre momenti molto diversi tra loro – spiega Massimo Chelini di Ital-Agro -: da una parte un gennaio-febbraio che promettevano un anno decisamente positivo, poi il lockdown con vendite crollate anche del 70% ed infine, dopo Pasqua, l’esplosione della domanda. Tutto questo ha portato fino ad ora a un parziale recupero rispetto al 2019 e le prospettive, tempo permettendo, sono ottimistiche per una chiusura perlomeno sui numeri dell’anno scorso. Sono i garden center che hanno sofferto di più nel periodo marzo/aprile: molti erano chiusi e hanno potuto riaprire solo dopo Pasqua, mentre agrarie e ferramenta sono rimaste aperte anche se con orari ridotti e poco traffico di consumatori in quanto bloccati a casa”.

“Compo non è stata coinvolta da fermi produttivi né di consegne, abbiamo continuato a operare anche se a regime ridotto durante marzo e aprile – racconta Nunzia Guerra di Compo Italia -. Il trade ha subito un impatto differente a seconda delle tipologie di negozio: le rivendite agrarie hanno continuato a lavorare rispettando le indicazioni ministeriali, mentre garden center e grande distribuzione hanno chiuso i negozi, con un impatto sul loro e nostro fatturato imponente. Fortunatamente la stagione meteorologica è stata da manuale e i consumatori hanno dedicato molto tempo al verde domestico, quindi si è iniziata a vedere una timida ripresa a partire da Pasqua che si è poi consolidata fino a recuperare le perdite precedenti nel mese di maggio con la riapertura totale di tutti gli esercizi. Compo ha cercato di rimanere al fianco dei suoi clienti con una serie di azioni concrete per la ripartenza e riteniamo che l’attuale livello dei consumi aiuterà i negozi a recuperare il fatturato perso”.

“Verso marzo la preoccupazione del settore era tangibile perché non si capiva quanto sarebbe durato il lockdown e la preoccupazione era di perdere la stagione – conviene Michela Zambotto di Zapi -. Poi tra aprile e maggio la situazione si è dipanata, i negozi in alcuni casi erano rimasti aperti (quelli legati all’agricoltura) e altri come garden e vivai sono stati tra i primi a riaprire. Il settore non solo sta recuperando ma sta anche crescendo perché il lockdown e una splendida primavera hanno portato molte persone ad avvicinarsi alla cura del giardino e dell’orto. In tutto questo periodo Zapi è sempre stata aperta e operativa, pronta a rispondere alle esigenze dei rivenditori”.

“Il 2020 sarà ricordato come un anno assolutamente fuori dal normale – conferma anche Ferdinando Quarantelli di Sbm Life Science Italia -. A dicembre 2019 il governo ha firmato la proroga Unp e quindi la gran parte delle aziende a fine febbraio/inizio marzo era impegnata a produrre il necessario per la campagna. In questo contesto l’emergenza globale Covid ha di fatto bloccato tutto (produzione e vendita), salvo ripartire a metà aprile con ritmi straordinari. Come società, già a fine febbraio eravamo tutti in smart working e non abbiamo mai bloccato le attività commerciali e produttive. Non solo la difesa piante ma tutti i segmenti consumer hanno per formato in maniera eccezionale: gli italiani chiusi a casa per il lockdown hanno trovato nel giardino/balcone una naturale valvola di sfogo. Un andamento climatico particolarmente favorevole e una costante presenza di insetti hanno generato una domanda di prodotti in crescita continua ed esponenziale. Rapidamente gli stock delle aziende sono terminati ed è iniziata quindi una sfida per cercare di produrre in un contesto industriale fortemente rallentato dalla crisi Covid (mancanza di packaging, aziende chiuse, aziende che lavorano a turni ridotti, ecc.). Non ultimo, come società abbiamo anche beneficiato del fatto di avere lanciato importanti novità nel campo della difesa che hanno trovato un ottimo riscontro commerciale. Per quanto riguarda la difesa delle piante, quindi, possiamo affermare che alla fine dell’anno ci attendiamo un risultato sicuramente in crescita”.

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